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Salernitana-Reggina, la “doppia casacca” – Erjon Bogdani

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Pensi a Salernitana e Reggina e inevitabilmente ti vengono in mente due cose. Lo storico gemellaggio tra le due tifoserie, ovvio, in primis. E poi gli innumerevoli calciatori che hanno avuto la fortuna e l’onore di indossare sia il granata campano che l’amaranto calabrese.

Un elenco composto di tanti nomi, tra i quali spicca quello di Erjon Bogdani. Correva il gennaio del 2000 e la sessione invernale di calciomercato regalava alla Reggina neopromossa in Serie A un nuovo innesto per il reparto offensivo a disposizione di mister Franco Colomba. Il presidente Foti scelse un ventitreenne centravanti albanese – prelevandolo dalla Dinamo Zagabria – di nome Erjon Bogdani.

Semisconosciuto ai più, Bogdani esordì in massima serie il 6 febbraio 2000 in Reggina-Bologna 1-0. Il 9 aprile, con un tocco da opportunista in area di rigore sugli sviluppi di un calcio d’angolo, decise il delicato scontro salvezza con il Venezia. Una rete che fece sbocciare l’amore tra l’ariete albanese e i tifosi della Reggina. Bogdani rimase in amaranto per tre stagioni e mezzo, vivendo gioie (le salvezze in A del 2000 e del 2003, la promozione in massima serie del 2002) e dolori (la retrocessione in B del 2001 dopo spareggio perso con l’Hellas Verona), mettendo a referto 11 reti in 68 presenze.

Nell’estate del 2003, la Reggina acquistò Roberto Stellone dal Napoli per il ruolo di centravanti. Bogdani capì che il suo ciclo in riva allo Stretto era oramai concluso. E allora accettò l’offerta del presidente della Salernitana Aniello Aliberti. Il centravanti albanese fu uno dei due “colpi da 90” (l’altro fu Davide Bombardini) che l’allora patron granata fece per far tornare l’entusiasmo in una tifoseria scornata da un disastroso campionato l’anno precedente conclusosi con la retrocessione in C evitata poi per il “caso Catania” e l’allargamento della B a 24 squadre.

Bogdani, inizialmente, venne impiegato dal tecnico Stefano Pioli in coppia con l’altro centravanti della rosa, Tulli. Poi, però, il tecnico parmense fortunatamente cambiò idea. Bogdani venne schierato come unica punta, con Bombardini e Di Vicino alle sue spalle e l’albanese esibì prestazioni di buon livello. Prestazioni che culminarono in 8 reti in 38 partite. 8 reti delle quali tre sono perle incastonate nella storia “centounaria” della Salernitana. Il 15 ottobre 2003, una sua zuccata su cross di Lai regalò ai granata la vittoria per 1-0 nel derby contro l’Avellino dell’ex Zeman. Il 25 gennaio 2004, una sua doppietta permise ai granata di espugnare il “Barbera” di Palermo per 2-0 e di battere così in casa propria la schiacciasassi del torneo. Una sconfitta che costò al tecnico rosanero Baldini la panchina, dato che venne esonerato dal presidente Zamparini in luogo di Guidolin.

A fine torneo, Bogdani tornò per fine prestito alla Reggina e, nonostante diversi tentativi, non vestì più la casacca della Salernitana. L’albanese continuò la sua avventura italiana con le maglie di Verona, Livorno, Chievo, Cesena e Siena, squadra con la quale concluse la carriera nel 2013. Salerno però rappresentò il vero snodo non solo per la carriera, ma proprio per la vita di Bogdani. Questo perché proprio nell’Hippocratica Civitas, l’albanese ha conosciuto sua moglie Rossella, sposata il 7 giugno 2010.

Amaranto per tre campionati e granata per una sola stagione, dunque. Non ci dovrebbe essere partita sulla preferenza di Bogdani per la sfida di sabato, stando ai freddi numeri. Fortunatamente, però, i numeri cessano di imporre la propria legge quando comincia quella del cuore.

Amatino Grisi

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