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Operazione (San) Gennaro

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I punti di contatto ci sono, eccome.

Napoli come destinazione o provenienza, innanzitutto. E la durata.

Ché non è dato di sapere quanto tempo ci è voluto per portare, in prestito alla Salernitana, Gennaro Tutino.

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Ma la durata della trattativa è stata quantomeno simile a quella che nel 1984 portò Diego Armando Maradona da Barcellona all’ombra del Vesuvio.

Cronache narrano che el Pibe andò a sbattere i pugni nella sede centrale dei blaugrana urlando: « Yo Quiero Irme! ». Voglio andar via.

Non credo Gennaro abbia detto qualcosa di simile. 

Ma, pur poco comprensibile negli aspetti economici, e nella paternità – asse dei multiproprietari DeLa/LoTi, una sorta di MES del direttore Giuntoli per salvare il soldato Castori – l’operazione (San) Gennaro segna indiscutibilmente l’ultima campagna rafforzamenti.

Si tratta di un ottimo calciatore per la categoria. 

A guardare i freddi numeri, dai rumors provenienti sulle possibili scelte tattiche,  ed analizzando  l’ultima stagione, giocando con l’imponderabile insomma, Tutino (4 reti in 22 presenze tra Hellas Verona ed Empoli) si proporrebbe come alternativa a Cedric Gondo  (6 reti in 26 presenze in granata).

Ma soprattutto – ed è sincero augurio per il suo futuro – avrà il compito di divincolarsi dalla maledizione dei colpi di mercato delle ultime stagioni: Rosina, Di Gennaro, Cerci.

Come sia, si chiude simbolicamente una prima fase di silenzi e proteste.

Singolare quella social di tanti tifosi che commentano con ricette di cucina le (poche) notizie di mercato.

E, coincidenza, a Napoli Tutino significa pizza. Una storia secolare della quale tuttavia Gennaro non sembra fare parte. Lui ama la danza, speriamo che i suoi nuovi “Amici” siano i tifosi granata.

A spintoni, si fa largo il calcio giocato che prova, un po’ maldestramente, a silenziare la contestazione su una multiproprietà invisa alla stragrande maggioranza dei tifosi.

Quanto poco sia centrale, al momento, la questione lo dimostra però la società stessa che, al momento in cui scrivo, a 24 ore dall’esordio in campionato, non ha ancora aggiornato il proprio roster (link).

Mai come in questa stagione, impresa ardua per il management spostare l’attenzione da una questione che appare ineludibile.

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Nato nel 1964, professione ortopedico. Curioso ma pigro. Ama svisceratamente Salerno e la Salernitana. Come sempre accade quando un amore è passionale, è sempre piuttosto critico nei confronti di entrambe.

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