Se c’era un modo sbagliato per cominciare, la Salernitana è riuscita trovarne uno peggiore. Sono bastate poche ore al club granata per far rimpiangere i mesi di silenzio in cui si era rintanato. Dalla stucchevole e ridicola vicenda degli accrediti negati alle parole in libertà del direttore sportivo il passo è stato breve. Una cosa doveva precedere l’altra, in una diabolica e banale, al tempo stesso, concatenazione logica (?!) di eventi. La Salernitana prosegue sulla strada sbagliata, anche perché in sede non c’è nessuno capace di far ragionare il plenipotenziario autoproclamatosi del club granata, convinto di poter fare il bello ed il cattivo tempo, che si sente in diritto di stilare le liste dei buoni e dei cattivi senza che a Roma qualcuno si prenda la briga di intervenire. In fondo, ci chiediamo, quanto giovi ai patron il modus operandi del loro luogotenente sul posto nella misura in cui costui non fa altro che dividere la piazza, scontentando quasi tutti e tenendosi buoni quei pochi che continuano a fare ingenue ed ottimistiche professione di fede, ansiosi di poter ritirar fuori la storiella dei gufi ed altre amenità che non fanno neanche più sorridere. La verità nuda e cruda è che Salerno, intesa come la maggior parte della tifoseria e dell’opinione pubblica, è già stanca, stufa di questo andazzo e di un copione che conosce a memoria e che anche alla vigilia della prima di campionato è stato rispettato alla lettera nella sua liturgia. Insomma, oggi si comincia ma l’interesse per la gara con la Reggina è ai minimi termini presso i tifosi dotati di discernimento, senso critico e di quell’orgoglio per le radici e le tradizioni che anche ieri è stato profanato dalle improvvide dichiarazioni del dirigente ex Messina che ha tirato in ballo la storia, gonfiando il petto per i sei campionati di B consecutivi dell’era romana, dimenticando che la circostanza non rappresenti affatto una “prima visione” su questi schermi. Salerno chiede un progetto tecnico e l’attuale proprietà, tramite il management che opera in città, omette di proporlo da anni, affidandosi a proclami strampalati e disperati e non ai fatti. La Salernitana è priva di under che possano essere titolari, ha tre portieri over, non ha centrocampisti di ruolo, se non Schiavone, per l’esordio in campionato, e si è ricordata solo ieri di far parlare Castori che, a sua volta, ha scelto di uniformarsi alla linea dirigenziale e che non potrà smarcarsi qualora le cose dovessero andar male. La Salernitana si affaccia a questo campionato senza aver ancora completato il suo roster, ma con un obiettivo dichiarato: la serie A. Lo ha indicato, ieri, Fabiani e, dunque, non resta che aspettare gli eventi. Comincia un nuovo campionato e la mancanza di attesa e di entusiasmo è la più grande ed inconfutabile dimostrazione di quanto ora più che mai la gente si senta lontana dalla Salernitana. Davvero encomiabile chi ha centrato un risultato del genere nella città che più di tante altre in Italia è nota per il suo incredibile attaccamento alla sua squadra di calcio.
Un altro campionato comincia, ma Salerno è già stanca
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