Home Prima Squadra L’analisi tattica di Salernitana – Reggina: i pro e i contro.

L’analisi tattica di Salernitana – Reggina: i pro e i contro.

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lavagna tattica
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Una partita di calcio presenta diverse dinamiche tattiche, che evidenziano gli aspetti positivi e negativi di una prestazione collettiva. Nell’esordio stagionale dei granata di Castori, proviamo a focalizzare l’attenzione su alcuni momenti salienti delle due fasi di gioco.

FASE DIFENSIVA: SQUADRA GRANATA SPESSO PIATTA E POCO AGGRESSIVA, LE DISTANZE ENORMI TRA I REPARTI FACILITANO IL PALLEGGIO E IL GIOCO SENZA PALLA DELLA REGGINA.
Per larghi tratti del match la Salernitana ha trovato difficoltà ad arginare la costruzione dal basso della Reggina, nonostante l’accorgimento di Castori teso a neutralizzare con le due mezzali (Kupisz e Cicerelli) i centrali leggermente defilati dei calabresi (Loiacono e Rossi), affidando a Djuric e Tutino il medesimo compito su Gasparetto e Crisetig. Una marcatura di posizione ma quasi sempre priva di aggressività, con la Reggina che spesso, soprattutto con Crisetig, trovava la verticalizzazione su punte e mezzali abili ad uscire dai blocchi difensivi granata, a guadagnare agibilità per far distendere la squadra in avanti, sia sugli esterni, sia con inserimenti negli spazi generosi concessi dalle due linee granata di difesa e centrocampo. I calciatori di casa, per evitare di andare in difficoltà sulla circolazione di palla e gli scarsi riferimenti offensivi concessi dagli amaranto, avrebbero dovuto pressare con maggiore intensità il palleggio iniziale di Crisetig e compagni e, allo stesso tempo, accorciare e compattare la squadra con i movimenti in avanti di Schiavone e del quintetto difensivo.

FASE DIFENSIVA: I TRE DIFENSORI CENTRALI GRANATA FATICANO A TROVARE L’INTESA. Come in occasione del momento immortalato dalla foto, quando Aya, Casasola e Lopez, approfittando della pressione esercitata sul portatore di palla reggino, alzano la linea difensiva per mettere in off side Menez ma non sono sono assecondati da Veseli, con il francese che affonda nella prateria lasciata incustodita dai difensori granata, prima di vedere neutralizzato il suo insidioso cross dalla decisiva diagonale di Casasola sul lato opposto. Stesse incomprensioni su un calcio da fermo di Crisetig, con Aya e Veseli praticamente assenti nel presidio difensivo all’altezza del secondo palo. Altri errori evidenti li abbiamo registrati nel secondo tempo, quando due cross reggini dalla fascia sinistra non trovano diagonali di facile lettura da parte di Lopez, con Denis e Faty pronti ad approfittarne.

FASE OFFENSIVA: DISCRETAMENTE INCISIVO IL LAVORO DI KUPISZ E CICERELLI, LE DUE MEZZALI GRANATA. Nelle prime fasi del match, i due sembrano giocare insieme da una vita mostrando un’inattesa e incoraggiante intesa. I piani tattici di Castori prevedono che Cicerelli si defili sulla corsia di sinistra, entri nel campo e giunga personalmente al tiro, oppure che sterzi al centro per disarticolare la difesa avversaria e attendere l’inserimento centrale, partendo da destra, del vivido Kupisz. La trama consente alla Salernitana di sfiorare il gol in due occasioni create nello spazio di pochi minuti. Nella prima, il tiro dell’ex foggiano, con il polacco abile ad inserirsi e a liberare spazio per la conclusione del compagno, finisce alto.Nella seconda, invece, il suggerimento preciso di Cicerelli pesca la testa di Kupisz, la cui deviazione trova l’ottima parata di Plizzari. Nei secondi quarantacinque minuti cala la prestazione di Cicerelli, mentre Kupisz si fa notare con un altro ottimo inserimento sul bel passaggio effettuato da Curcio e, soprattutto, attacca lo spazio a destra liberando campo per le decisive incursioni di Casasola.

FASE OFFENSIVA: LE VERTICALIZZAZIONI DI TUTINO ALLE SPALLE DEL TERZETTO DIFENSIVO CALABRESE. Altro leit motiv del copione offensivo granata è rappresentato dall’efficace movimento di Tutino – su entrambi i versanti della retroguardia amaranto – alle spalle del terzetto centrale di Toscano. L’ex cosentino ama infilarsi tra il secondo e il terzo marcatore ospite, sfruttando così la velocità nello spazio e l’abilità nell’uno contro uno. Nel primo tempo beffa Gasparetto e Rossi ma trova la respinta di Plizzari. All’inizio della ripresa penetra nella crepa concessa da Gasparetto e Loiacono e, dopo aver superato quest’ultimo, guadagna un’invitante punizione. In una sola occasione, invece, si materializza la strategia immaginata alla vigilia: la spizzata di Djuric a liberare l’inserimento del talentuoso partenopeo, ma il tiro di quest’ultimo trova la decisiva deviazione in corner della retroguardia reggina.

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