di Marcello Festa
Bene ha fatto l’USSI a stigmatizzare l’atteggiamento tenuto dal dirigente della Salernitana Angelo Mariano Fabiani reo di aver apostrofato in maniera sgarbata e diffamatoria un giornalista (Enrico Scapaticci ndr) nel corso di una conferenza stampa. Non è la prima volta che accade ma dovrà essere l’ultima! Serve allora che episodi del genere, che impunemente si ripetono da anni sia in contesti pubblici che in discussioni private, non si ripetano più. E’ tempo di dire Basta a questo stato di cose, a questo tristissimo e pericoloso andazzo che crea solo disorientamento e confusione, inquina un ambiente già depresso, delegittima un’intera categoria.
Nel corso del primo appuntamento di Zona Mista, appuntamento che ho l’onore di condurre da 18 anni, ho lanciato un appello all’unità della categoria giornalistica salernitana facendo altrettanto per quanto concerne la tifoseria. Ma se per quest’ultima posso limitarmi a lanciare un’idea, per quanto attiene la categoria di cui faccio parte da 30 anni (sigh!) abbondanti mi preme l’obbligo di chiedere e fare di più. Non è pensabile che i giornalisti (a vario titolo) siano diventati lo “sfogatoio” di tutte le tensioni e le pulsioni che agitano una tifoseria amareggiata e delusa, non possono esserlo a prescindere da quelle che sono le idee che liberamente espongono. Non può essere più tollerato l’atteggiamento a tratti intimidatorio messo in atto nei confronti degli stessi, né si può più tacere su comportamenti liberticidi.
E’ tempo, allora, di CENSURARE I CENSORI, di mettere in chiaro una volta e per tutti i ruoli e le competenze. Se qualche giornalista, nell’esercizio della professione, valicherà il confine del corretto utilizzo del proprio strumento che “paghi” secondo quanto stabilito dalla legge; tocca ai tribunali stabilire la verità dei fatti in un contenzioso aperto. Non ai privati!
La Salernitana, i dirigenti della Salernitana, non possono, allora arbitrariamente decidere chi “silenziare” e chi “no”, mettere alla berlina un giornalista solo perché “scomodo” o “sgradito” e se questo accade, come puntualmente accade, è giusto che tutta la categoria insorga. La logica del “colpirne uno per educarne 100” appartiene ad un passato triste e probabilmente irripetibile e che non si provi ad emularla immaginando chissà quali effetti taumaturgici!
Il virus ormai iniettato da tempo (proditoriamente ndr) e che vorrebbe una “parte” della categoria giornalistica “remare contro per chissà quali beceri interessi superiori” non può e non deve più contagiare, ha già prodotto danni, seminato odio e divisioni ed è tempo, allora, che venga inesorabilmente smascherato e neutralizzato. In che modo? Intanto fortificando i nostri anticorpi, alzando le barriere immunitarie, non piegandosi alla logica della censura ad orologeria, tutelando la NOSTRA dignità professionale: Resilienza! Tanto prima o poi arriverà pure il Vaccino che sconfiggerà definitivamente il virus.
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