No, non ci siamo proprio. Lo sottolineo nel corso dei continui confronti con Nicola (Roberto, nda) e lo dico durante i colloqui con i miei compagni di viaggio.
No, cari lettori. Stiamo assistendo a qualcosa di incivile, di ingiusto.
Una valanga di striscioni ha invaso la città, la provincia, oserei dire l’Italia. Compaiono ad Imola, a Bologna, a Milano, a Formello, a Coverciano. Senza contare le decine di “pezze” apparse a Salerno e provincia. Pensieri in rima che colpiscono puntualmente Lotito e Fabiani.
E tutto questo, amici cari, non è giusto.
Sì, non è giusto! Perché, mi chiedo, non dedicate neppure una sillaba al povero Mezzaroma?
Cosa vi ha fatto di male il “poliziotto buono”, il tenero Marco?
Ve lo immaginate il co-proprietario mentre in mutande e canottiera si guarda allo specchio e si chiede “Ma io chi sono?” ricevendo come risposta dall’immagine riflessa “Sei il baffo dei Ricchi e Poveri della triade”?
Perché, mi chiedo. Perché? Mai una sillaba, mai una rima, mai un semplice riferimento anche al Righeira muto, quello che ballava e basta durante “Vamos a la playa”? Cosa vi ha fatto di male l’impalpabile, l’etereo? Che cosa dovrà fare per meritare una citazione?
Che ne so, un “Lotito e suo cognato” su uno striscione, magari lungo una strada secondaria e periferica per il Mauro Repetto (l’altro 883 insieme a Pezzali) di Villa San Sebastiano.
Un amico proprietario di un negozio di vernici a Centocelle mi ha detto di averlo riconosciuto (nonostante molti non sappiano neppure la sua faccia e la sua voce si è fatto aiutare da uno bravo nelle identificazioni) mentre con baffi finti e bombetta acquistava delle bombolette di acrilico per autoprodursi uno striscione. Solo che al momento della creazione, secondo una fonte vicina, pare abbia avuto una crisi di ispirazione perché non ricordava chi fosse.
No, queste cose non si fanno: uno striscione non si nega a nessuno.
Fate qualcosa anche per il tenero Marco!
#jesuisMezzaroma