Dopo i tanti striscioni dell’ultimo periodo, arriva un’ulteriore presa di posizione contro la multiproprietà da parte del Direttivo Salerno, formato da Nuova Guardia e altri gruppi ideologicamente allineati. In un comunicato diffuso poco fa via social si esprime tutto il disappunto per la norma, accompagnato da testimonianze, spiegazioni e prove dirette su come la questione abbia oggettivamente penalizzato la Salernitana nelle ultime stagioni, calpestandone storia e dignità. Presente, soprattutto, una forte presa di posizione: si parla, infatti, di disertare l’Arechi fino a quando la situazione non avrà risvolti differenti.
Di seguito il comunicato completo:
“NO!!! Sbagliate di grosso se ci ritenete dei semplici tifosi testardi ed impulsivi. Il NO ALLE MULTIPROPRIETÀ è frutto di ragionamenti, misere esperienze e logiche riflessioni. Questa struttura è organizzata in modo piramidale, progetta e pianifica a beneficio esclusivo della società madre. Questi anni ci hanno rivelato tutto, in modo inequivocabile. Ogni movimento legato a doppio filo alla capitale. Dal parco giocatori al settore giovanile, passando per allenatori mai venuti e chissà forse anche i palloni. I risultati ormai cristallizzati il manifesto di una impossibile progettualità.
Una società “subordinata” non lega con l’ambiente, sopisce la passione ed allontana la sua gente. Sono scene ormai note all’ombra dell’Arechi. Accompagniamoci in questa lotta e facciamolo tutti insieme. Signori la Salernitana sta morendo e non si parla di fine economica o sportiva (da quelle si rinasce, è già accaduto) ma di passione, e questa sarebbe un annichilimento definitivo. E la colpa più grave sarebbe la rabbia indolente dei suoi tifosi, la cecità dei suoi figli. Ci vuole un sussulto di una comunità intera, delle sue istituzioni e soprattutto unione delle sue mille anime di tifosi. Da chi si era illuso, a chi non ha intuito e da chi ha disertato silente per protesta… abbiamo steccato tutti.
Ora però l’abusato “salviamola noi” non è per una ingannevole classifica sportiva ma è per la sua stessa esistenza. E il momento più grave della Nostra storia. Non possiamo pensare, non dobbiamo accettare che la festa del tanto atteso centenario sia stata l’epilogo finale, il funerale della nostra passione. E certo che ci mancano quei gradoni, ci siamo cresciuti, praticamente è casa nostra. NON CI SIAMO E NON CI SAREMO. Perché a questa proprietà mai ci legheremo. Torneremo quando ci riprenderemo la nostra libertà.
Quante promesse mancate, ad esempio il Centro Sportivo (il Mary Rose ristrutturato è quello che intendevamo nel bando?), i fallimenti sportivi ed i mediocri risultati, e tanto altro ancora. Il peso, simile ad un macigno, delle N.O.I.F. (regole che ci auguriamo per la dignità sportiva vengano inasprite e, proprio per non consentire atri casi come il nostro e senza nessuna deroga), l’emorragia inarrestabile di sostenitori, la perdita di nuove generazioni di tifosi, ci impongono di lottare per far cessare questa pantomima grottesca, quali che siano le conseguenze, anche ritorsive, perché non farlo significherebbe tradire noi stessi e vedere morire la nostra fede e la nostra passione con lei.
LA SALERNITANA STA MORENDO PER QUESTI MOTIVI e non perché non c’è una squadra di calcio che ha il colore granata ed il cavalluccio sul petto ma perché questa squadra non può rappresentare più la nostra DIGNITÀ”.
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