Orio Vergani soleva definirla la “festa di Maggio“, Indro Montanelli affermava che quando ci sta ogni giorno è domenica. Facile intuire che si sta parlando del Giro d’Italia, la più importante manifestazione ciclistica nazionale diventata, nel corso dei suoi 111 anni di storia, vero e proprio emblema culturale del Belpaese.
Una “festa di Maggio” che, in questo particolarissimo 2020, si è dovuta giocoforza trasferire a Ottobre e che si sta disputando proprio in questi giorni. Salerno e la Campania, in questa edizione, non saranno attraversate dalla Corsa Rosa. Però l’occasione è propizia per ricordare una giornata in cui il rosa del Giro d’Italia si mescolò con il granata della Salernitana. Producendo un’insolita mistura colorata di “biondo”.
La giornata in questione è stata Domenica 21 maggio 1995. C’era attesa a Salerno in quanto i granata di Delio Rossi, in piena lotta per andare in Serie A (spiegateglielo a chi blatera che “non avevamo neanche i palloni”), ricevevano all’Arechi il Verona. Una sfida dove la Bersagliera aveva un solo risultato a disposizione: la vittoria. Ma, contemporaneamente, in quel pomeriggio la città d’Ippocrate era pronta a colorarsi di rosa, in quanto sede d’arrivo della 9/a tappa del 78/o Giro d’Italia, la Terme La Calda – Salerno di 165 chilometri.
Due folle passionali ma ordinate gremivano i teatri sportivi di quel giorno: lo Stadio Arechi e Piazza della Concordia, dove era piazzato lo striscione d’arrivo della tappa. Due folle che videro primeggiare due “biondi”. Il primo, in rigoroso ordine alfabetico, è stato Mauro Facci.
Terzino sinistro di grande spinta, scelse il momento adatto per trovare la sua prima rete in granata. Al 62′ di una partita spigolosa, Facci scoccò un gran e potente diagonale. Talmente potente che sfondò la rete della porta difesa da Gregori e che permise alla Salernitana di portarsi in vantaggio. I granata da quel momento dilagarono e la partita si concluse sul punteggio di 4-1 (in gol anche Pisano con una doppietta su rigore e Strada, mentre fu Billio a siglare la rete della bandiera scaligera).
Il secondo biondo fu un danese trapiantato in Toscana: Rolf Sorensen. Uomo da classiche (una Liegi e un Giro delle Fiandre nel suo palmarès), in quella tappa da tutti gli addetti ai lavori pronosticata a terminare con il più canonico dei volatoni di gruppo, promosse una fuga composta da uomini fuori classifica. Una fuga che riuscì a beffare le squadre dei velocisti. Il plotoncino precedette il gruppone di una quindicina di secondi e fu proprio Sorensen a vincere la tappa, bruciando Frattini nello sprint ristretto.
Una domenica di maggio di 25 anni fa, due biondi a primeggiare. Con Salerno come unico comune denominatore.