“Siam venuti fin qua per vedere segnare Ciarcià!”. Questo era il grido della Curva Sud indirizzato a Giampaolo Ciarcià nell’anno della promozione in B. Correva l’anno 2008 e il buon Giampaolo era uno degli scudieri di Re Artù Di Napoli e anche per questo è stato uno dei calciatori più amati della Salernitana. Di gol ne ha fatti pochi (soltanto 4) ma quanti assist e quante giocate su quella fascia destra. Tutte caratteristiche che gli hanno permesso di restare nel cuore dei tifosi.
A quarant’anni Ciarcià ha smesso di giocare per dedicarsi alla sua attività commerciale realizzata insieme a sua moglie Maria in quel di Floridia, una bellissima località in provincia di Siracusa. Oltre a questo Ciarcià è impegnato anche come istruttore in una Scuola Calcio per bambini.
Ripercorriamo un attimo quei due anni magici:
“Ci vorrebbe una giornata per ricordare tutto. Sono stati due anni bellissimi, sicuramente l’esperienza più bella della mia carriera. Il club era vicino a noi e percepivamo la passione della gente in ogni momento della giornata. Io, nel mio piccolo, sono riuscito ad entrare nel cuore della gente e ancora adesso ricevo tanto amore. Il mio unico rammarico è stato quello di non essere stato presente alla festa del centenario.”
Il coro della Curva Sud?
“E chi lo dimentica. Metteva dentro una carica incredibile ma quella era una squadra costruita per vincere e, per fortuna, raggiungemmo i nostri obiettivi. Spesso mi sento via social con i miei vecchi compagni e anche con qualche tifoso. C’è stato sempre grande rispetto tra tutte le componenti”.
Purtroppo, però, sembra che questo idillio sia finito
“Mi capita spesso di guardare la Salernitana ma dall’esterno è difficile capire cosa stia succedendo. Io mi faccio semplicemente una domanda: Perché la Salernitana non è in serie A? Non riesco a darmi una risposta. La gente non è entusiasta e così si perdono generazioni di tifosi. Quando giocavo io vedevo i bambini con la sciarpa andare allo stadio con i papà e le mamme. Ora, mi dicono non sia più così”
Forse per scelte societarie e regolamenti che lo impediscono?
“Io non credo che Lotito abbia speso soldi per nulla. Si possono sbagliare annate ma una delle cose che rimprovero al presidente è quello di non stare vicino alla gente di Salerno. La piazza merita tanto e lui dovrebbe saperlo. Il fatto che voglia valorizzare determinati giocatori non è una cosa negativa ma la Salernitana deve puntare in alto e non vivacchiare in B”.
C’è anche il discorso multiproprietà
“Certo che non è una cosa normale avere due squadre professionistiche. A livello regolamentare bisogna intervenire perché non mi pare una cosa così “trasparente”.
Si sentirebbe di dare consigli a Lotito?
“Non credo che Lotito abbia bisogno di consigli. Dico solo che a Salerno ogni calciatore è visto come Totti a Roma o Ibra a Milano, Bisogna ritornare a quei tempi quando andavamo in giro e la gente ci fermava ogni cinque minuti. La dirigenza non deve deludere i salernitani”.
Alla gente invece?
“Quando sarà finita questa emergenza spero che la gente torni allo stadio separando la squadra dalla società. I ragazzi hanno bisogno di sentire il calore”.
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