Sub iudice, nella terra dei sottintesi, è un vezzo propriamente italiano. Fatta la legge si trova l’inganno per violarla: le responsabilità (sostantivo inviso a molti) intanto fluttuano nell’etere.
Ci costituiamo parte lesa, vittime di una farsa. In linea con la totalità dei tifosi che, ancora oggi, si perde nelle trame di un gioco lontano parente di quello amato in passato.
Lo scorso fine settimana ha, per l’ennesima volta, messo a nudo le farraginosità del sistema calcio in Italia. V’era un protocollo – discutibile ma sottoscritto da tutte le squadre (animate dalla smania di mettersi in pista per tamponare le perdite) – vi sono le polemiche. Superflue.
Gli assalti all’arma bianca che la Salernitana è stata in grado di calamitare sono, per editto, molteplici. Non è la prima volta – né tantomeno sarà l’ultima – che la società granata viene chiamata a recitare il ruolo di carnefice. Ciò avviene un po’ per abitudine, un po’ perché, quando si viene guardati di sottecchi, è facile attirare sospetti su di sé (vedi “tamponi-gate” di casa Lazio delle ultime ore). Mai come stavolta – fa quasi specie sottolinearlo – la dirigenza granata non ha alcuna colpa.
La boutade andata in scena sabato scorso è stucchevole. Quarantacinque minuti spesi a ruminare in solitaria il prato dell’Arechi, prima del surreale – e inutile – triplice fischio.
Il caso, come consuetudine, ha trovato ampio risalto sui media nazionali. Schiere di pudiche fanciulle, strette in un’affollata processione, hanno iniziato a gemere, seguendo il feretro della defunta sportività.
Doveroso evidenziare che non c’è nulla di neanche lontanamente antisportivo nell’atteggiamento della Salernitana. Un semplice silenzio a cui avrebbe dovuto far fronte la Lega Calcio, cercando di armare qualche compromesso con gli emiliani.
Resta – oltre alla nausea che con sé trascina il calcio da qualche anno – un fiume di accuse e di ritrattazioni che, in quanto tali, lasciano il tempo che trovano.
Mentre si attende l’alzata del panno da parte della giustizia sportiva, la sensazione è quella di potersi trovare – a strettissimo giro di posta (sabato si gioca di nuovo) – di fronte a situazioni simili.
In questo senso vanno le dichiarazioni, riprese dal Gazzettino di Venezia, del Direttore Tecnico degli arancioneroverdi – prossimi avversari della Reggiana – Paolo Poggi: “Il caos-Covid? Situazione difficile, sta alla Lega B rendere più omogeneo e realistico possibile, facendo rispettare e non trasgredire le regole, un campionato che non può basarsi su decisioni prese partita per partita”.
Un chiaro segnale, teso a ristabilire il giusto ordine delle cose. Ché, se proprio si deve andare avanti così, meglio bloccare tutto e riprendere quando il temporale a cui siamo sottoposti lascerà spazio a giorni nettamente più sereni.