L'Altro Calcio

L’impresa di tutti

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Quando ho una discussione con un mio giocatore, mi siedo con lui per parlarne e, dopo una ventina di minuti, decido che ho ragione io.

Dimenticatevi del “Maledetto United”, dimenticatevi di Brian Clough, incazzato, depresso, che litiga con Peter Taylor.

Questa è un’altra storia. E’ la storia di uno dei più grandi allenatori della storia del calcio.

Per carisma, per scelte, per totale dedizione e amore verso questo sport.

Provateci voi, dopo due fallimenti professionali, ad andare in una squadra di metà classifica della seconda divisione e nel giro di 4 anni vincere due Coppe dei Campioni.

Insomma, altri tempi! Ce lo vedete voi Sarri venire a Salerno e vincere tutto quello che c’è da vincere senza Dybala e CR7?

“I believe in Miracles” (che è un libro ma anche un film del premio oscar John Owen) racconta di come un uomo, quando vuole veramente una cosa, se la va a prendere.

Brian Clough, irascibile, istrionico, con una potenza comunicativa fuori dal normale, era capace di portare a Nottingham gente come John Mc Govern dopo un’ estenuante trattativa durata più o meno 10 secondi. Dopo la firma disse due cose a quello che poi alzerà tutti i trofei da capitano:

Dovresti pagare tu a me perché ti faccio venire via da Leeds. E sembri una ragazzina: tagliati i capelli!”

Perché Clough era così. Era un allenatore che si completava con Peter Taylor. Si alternavano nei ruoli, non sapevi mai chi era il poliziotto buono e quello cattivo.

Ma erano carismatici. Nel film Martin O’ Neill racconta la prima volta che entrò nello spogliatoio.

Era come fosse entrata una tromba d’aria

Ecco, i Garibaldi Reds erano un gruppo di uomini che dipendevano da quei due e fa niente se preparavano le partite con una sola raccomandazione «PASSATE LA PALLA A QUELLO BRAVO».

O preparavano gli schemi su punizione in questo modo.

«Punizione diretta: Tira!» Al che uno dei giocatori chiede «E se è a due?» Clough lo vede, ci pensa e dice: «Passala lateralmente e tu TIRA!»

Quando l’ho sentito mi sono venuti in mente quegli allenatori che tirano fuori dei tomi di carta per mostrare ai giocatori dove si devono mettere in campo. Eppure quegli schemi lo portarono a vincere in lungo e in largo in giro, prima per il Regno Unito poi in Europa.

Clough era un allenatore rivoluzionario anche perché comminava le multe se non uscivi il venerdì prima della partita, se nei giorni di riposo andavi a correre.

Che uno pensa: Che manica di cialtroni!

Invece no, quando si era in campo per una partita o un allenamento se non davi tutto eri finito. Non eri degno di stare nel mondo. O nel mondo che voleva Clough.

Ci sono aspetti di questo film che mi hanno fatto pensare. Guardate questa foto.

No, non stanno al bar a chiamare il cameriere e non sono sul campo di Rufoli. Clough e Taylor su queste due “seggiulelle” stanno dando indicazioni ai propri giocatori durante una semifinale di Coppa dei Campioni. Per la cronaca uno dei doppi confronti più drammatici e tosti che si siano visti in Europa.

Adesso se non hanno la poltrona riscaldata neanche il cappotto ci mettono sopra.

Clough che cazzia il suo presidente (cioè quello che cacciava i soldi) perché era entrato per chiedere come stava andando la trattiva con Trevor Francis (Mr. 1 milione di sterline) e risponde in malo modo dicendo che doveva aspettare,

Ecco Francis cazziato in diretta Tv poco prima perché mentre ritirava un premio aveva le mani nelle tasche e, invitato a preparare il tea per i compagni durante un intervallo perché non stava giocando, diventa il suo grimaldello perché se Robertson con la sua velocità era il piede di porco, Francis era quello che apriva le casseforti.

Vedetelo sto film anzi fatelo vedere a chi pensa che il calcio serva solo come mezzo a prendere i like o creare roboanti storie sul niente.

Vedete come un sogno può e deve reggersi su solide basi se ci sono uomini capaci di farlo.

E di dire cose del genere:

Andate a spiegarlo a qualcuno.

Sempre se lo capisce.

Antonello Perna

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