A quanto pare, la audizione in Procura Federale del Dott. Pulcini, responsabile sanitario della Lazio, non è andata benissimo. Insomma: «Dottò, nun ci hai convinto tanto». Deve essere stato più o meno questo l’atteggiamento dei giudici della Federazione nei confronti di Pulcini e dell’avvocato Gentile, difensore del professionista nonché legale di fiducia del presidente Lotito.
Questo è ciò che riporta l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport ma anche il Messaggero in edicola questa mattina. «Siamo tranquilli, abbiamo chiarito un sacco di cose, procedure e documentato tutto quello che c’era da documentare». Sono queste le parole di Gentile che ha tenuto a rassicurare tutti.
Tutti, tranne (così si sussurra) i procuratori federali Ricciardi, Scarpa ed il capo della Procura Chinè che avrebbero evidenziato alcuni difetti di comunicazione tra l’ASL e la società Lazio. Vale ricordare che il protocollo prevede il totale coinvolgimento dell’autorità sanitaria per favorire il tracciamento del contagio.
A Pulcini sarebbe spettato il compito di avvertire l’Asl anche per ciò che riguarda i tamponi processati ad Avellino presso il laboratorio Futura Diagnostica. Sembra, invece, che le comunicazioni sarebbero state ridotte a semplici telefonate.
Intanto, anche l’inchiesta della Procura di Avellino continua con nuovi sequestri, questa volta riguardanti sette reperti RNA virali su tamponi già sequestrati eseguiti su giocatori della Lazio e processati a Napoli, nel laboratorio individuato da Futura Diagnostica per periziare i test effettuati prima di Lazio -Juventus.
Questa inchiesta, in ogni caso, avrà tempi più lunghi rispetto a quella federale.
Detto ciò, la Lazio rischierebbe seriamente il deferimento che potrebbe arrivare dopo che la Procura avrà sentito anche i giocatori. Non si arriverà, ovviamente, all’esclusione dal campionato ma, se dovessero essere provate delle responsabilità, ad una penalizzazione di punti in base alle irregolarità che saranno riscontrate. Se saranno riscontrate.
Al di là delle inchieste che faranno il proprio corso l’impressione è che la Procura non intenda fare sconti alla Lazio specialmente in questo momento dove i contagi aumentano e nel paese c’è tanta fame di chiarezza. Il calcio non può e non deve essere una zona franca.
Lotito e la Lazio restano innocenti fino a prova contraria. Il garantismo vale anche sempre e non a corrente alternata. Se qualcuno, però, avrà sbagliato è giusto che paghi. Il mondo del calcio non può subire quest’altra batosta che minerebbe definitivamente la sua credibilità. A Lotito auguriamo che riesca a dimostrare l’estraneità del club ma, allo stesso tempo, gli ricordiamo che la ripartenza del campionato è arrivata dopo un’aspra diatriba tra chi avrebbe preferito un altro stop e chi, invece, proponeva un protocollo rigidissimo proprio per favorire la ripresa delle attività.
Alla fine, è prevalso (per fortuna) il buon senso. Il campionato è ripartito, i controlli sono rigidi, i positivi (purtroppo) ci sono ma in numero abbastanza fisiologico e quindi non sarebbe bello vanificare tutti questi sforzi a causa di una gestione “allegra” dei controlli. La Lazio ed il suo presidente hanno la possibilità di ridare al calcio una parvenza di serietà.
Glielo auguriamo di vero cuore.