La sconfitta di Ferrara è ormai lontana nel tempo. Al passo falso del Mazza è seguita una sosta, quanto mai opportuna, e la prossima gara è ancora lontana. Mancano giusto sette giorni alla sfida con la Cremonese, attesa all’Arechi nella sera in cui tutti quelli che l’hanno vissuto penseranno con immutato sgomento a cosa accadde in quella tragica domenica sera del 1980.
Fabrizio Castori e la sua squadra avranno altri pensieri per la testa. C’è la Cremonese all’orizzonte e bisognerà farsi trovare pronti. Bisoli non è un osso facile, anche se, finora, in campionato i grigiorossi non hanno mai vinto e l’ex del Padova rischia la panchina.
Fare due più, a volte, non richiede neanche il minimo sforzo. A Cremona dal primo dicembre sarà ufficiale l’approdo di Ariedo Braida sulla poltrona di direttore generale ed associare all’esperto dirigente, pluridecorato con Milan e Barcellona, il nome di Roberto Donadoni per la panchina è stato per tutti fin troppo facile.
Non è il futuro della panca della Cremonese l’argomento di cui Castori si occuperà nei giorni che verranno. Il tecnico deve e vuole ritrovare la sua Salernitana, ossia quella squadra che lotta e sa restare compatta, che arriva prima sul pallone e sa colpire negli spazi.
C’è da domandarsi, dopo il buon inizio in termini di resa complessiva del gruppo, se questo copione potrà pagare ancora elevati dividendi al tavolo del campionato cadetto. La mentalità e le idee di gioco del condottiero granata sono note a tutte le latitudini e se l’avversario di turno riesce a togliere la profondità ai granata resta da capire quale sia il piano “B”.
Per quello che porta in A, invece, più che a Castori bisognerebbe chiedere alla proprietà, di nuovo sparita dalla scena dopo le sortite ottobrine quando il tempo era mite. Se, però, anche in presenza di buoni risultati, il prodotto proposto alla piazza continua a non convincere qualcosa da rivedere ci dovrà pur essere.
Ci sarà un passaggio intermedio in settimana, precisamente giovedì: il giudice sportivo dovrà pronunciarsi in merito alla gara non disputata con la Reggiana. Tre punti in ballo tra regolamenti e rivendicazioni morali. Tutto rigorosamente a tinte granata, colore dominante per entrambe le società.
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