L’erroraccio di Verona, il gol di Mogos, un pomeriggio potenzialmente da incubo poi scongiurato dai gol decisivi di Tutino e Djuric. Era il 3 ottobre, ad oggi è solo un ricordo. Vid Belec, infatti, si è preso la scena con prepotenza nell’ottimo inizio di stagione della Salernitana di Castori, scacciando le tante perplessità manifestate da tifosi e addetti ai lavori al momento del suo arrivo a Salerno. Al punto che, dopo la paperaccia del Bentegodi, in molti si erano chiesti se effettivamente valesse davvero la pena di prendere un altro portiere laddove Micai, al netto di inspiegabili errori al limite dell’inguardabile, aveva comunque fatto il suo nelle ultime due annate. C’era anche chi, in modo più che lecito, si era chiesto perché non dare fiducia a Vannucchi, lanciato da Ventura nel finale della scorsa stagione e, peraltro, autore di ottime prestazioni.
Dubbi e perplessità che si sono fatti per forza di cose ancor più insistenti, visto l’autentico pasticcio portieri di cui la Salernitana si è resa protagonista, arrivando alla tanto incredibile quanto inspiegabile cifra di quattro estremi difensori in rosa, di cui ben tre over. Roba che, con le attuali restrizioni legate alle liste, in Serie B è più unica che rara.
Eppure, l’ex portiere della Sampdoria si è rifatto con gli interessi, risultando decisivo in più occasioni. L’ultima delle quali è, ovviamente, la gara vinta lunedì sera contro la Cremonese: se la Salernitana può godersi il primato in classifica dopo otto giornate, buona parte del merito è del portiere sloveno, capace di salvare il risultato in almeno tre occasioni con interventi al limite del miracoloso. Parate che hanno fatto di Belec il migliore in campo – per distacco – della sfida contro i grigiorossi.
Ma il monday night appena trascorso è soltanto l’ultimo dei piccoli capolavori dell’ex Carpi e Benevento, che da diverse settimane ha imboccato un trend molto positivo: basti pensare ai diversi interventi effettuati a Ferrara contro la Spal, che hanno evitato un parziale ancor più pesante ai granata, o alla buona prova di Coppa Italia – da ex – a Marassi contro la Sampdoria; ma, soprattutto, va ricordata la gran serata contro il Pisa, in cui il portiere sloveno si rese protagonista di un assist per la rete del vantaggio di Tutino e salvò i suoi in diverse circostanze con grandi interventi, che spianarono la strada ad un 4-1 finale comodo solo in apparenza.
Fu proprio quel pomeriggio dell’Arechi, due settimane dopo il pasticcio contro il Chievo, ad aprire l’ottima striscia di Belec dal punto di vista del rendimento individuale. Il feeling con Castori, si sa, è assolutamente massimo: se calciatori come Schiavone e Djuric sono già stati alle dipendenze del tecnico marchigiano, il portiere granata è – così come Kupisz – un vero e proprio pretoriano del trainer di San Severino Marche, con cui ha condiviso a Carpi la stagione della promozione e quella successiva vissuta in Serie A.
Pezzi di un curriculum più che rispettabile, che ha visto poi il trentenne sloveno indossare le maglie di Benevento (ancora in A), Sampdoria e, lo scorso anno, Apoel Nicosia, con cui ha avuto la possibilità di giocare i preliminari di Champions e i gironi di Europa League, arrivando ai sedicesimi. Ora il nuovo capitolo a Salerno, dove l’avventura di Belec, dopo le tante perplessità iniziali contro Reggina e Chievo, sta finalmente iniziando a decollare: il 72 sulle spalle non deve ingannare, le ultime gare sembrano aver consegnato alla Salernitana un numero uno di assoluto spessore, capace di fare la differenza tra i pali.
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