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Mantovani, finalmente la luce in fondo al tunnel: la Salernitana ritrova il suo miglior giovane

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Tra le tante storie del match vinto dalla Salernitana a Cosenza, una delle più importanti e significative è senza dubbio quella del ritorno in campo di Valerio Mantovani. Schierato in un inedito terzetto difensivo con Gyomber e Bogdan (soluzione adottata da Castori per fronteggiare la grande emergenza nel pacchetto arretrato), il difensore granata è finalmente tornato a giocare una partita in Serie B dopo addirittura un anno, cinque mesi e venti giorni dall’ultima occasione.

Era infatti il 9 giugno 2019 quando la Salernitana di Menichini riuscì a salvarsi in extremis battendo il Venezia al Penzo nella lotteria dei rigori: fu quella l’ultima partita giocata (da titolare) da Mantovani, prima di una stagione 2019-2020 da incubo. Lo scorso anno, infatti, l’ex capitano della Primavera del Torino è rimasto fuori praticamente per l’intero arco della stagione, scegliendo la via dell’operazione in Finlandia per risolvere definitivamente i tanti problemi fisici: emblematico il fatto che, sostanzialmente, il classe ’96 non sia mai stato convocato da Ventura.

La breve pausa estiva è stata però l’inizio del graduale rilancio: mentre in panchina si realizzava l’arrivo di Castori al posto dell’ex ct azzurro, Mantovani è pian piano rientrato nei meccanismi, non prima di superare anche l’ostacolo legato al Covid. Una volta tornato arruolabile, il talento granata ha iniziato ad allenarsi in gruppo ad inizio ottobre e ha finalmente rimesso piede in campo nella prestigiosa vetrina di Genova, giocando da titolare – e da capitano – a Marassi in Coppa Italia contro la Sampdoria. Era il 27 ottobre, e dopo quell’occasione – in cui Castori fece un massiccio turnover – il difensore in maglia numero 5 è stato rimesso in naftalina per un mese, viste le ottime prove disputate dalla coppia Aya-Gyomber, rivelatasi fin qui fonte di affidabilità e solidità.

Ma dopo tanta attesa, la grande emergenza difensiva per la gara di ieri sera ha spinto Castori a cambiare sistema e a rilanciare dal 1’ Mantovani, che non si è fatto pregare e ha disputato una prova assolutamente positiva: l’ex Toro ha agito come braccetto di sinistra nel terzetto difensivo, tallonando costantemente un cliente non comodissimo come Carretta che, comunque, ieri non è riuscito praticamente mai a rendersi pericoloso. Partita ordinata e disciplinata quella del ragazzo romano, anche in un finale disputato in presenza di un abbastanza evidente – quanto naturale – debito d’ossigeno.

Ad ogni modo, la tenuta fisica verrà da sé, con il passare delle partite. Perché è oggettivamente complicato – se non impossibile – pensare ad un Mantovani lasciato a scalpitare in panchina ogni domenica: nelle gerarchie difensive Gyomber sembra fin qui il vero e proprio intoccabile, ma l’altro posto da titolare sarà facilmente soggetto ad un ballottaggio; inoltre, la buona prova disputata ieri dalla difesa garantisce una notevole flessibilità a livello tattico, con la possibilità di schierarsi anche a tre proprio come avvenuto al Marulla.

Una ragione in più per definire come fondamentale il recupero di Mantovani: fa davvero piacere rivedere in campo un calciatore di ottime prospettive che, purtroppo, è stato tormentato da guai fisici entrando in un tunnel apparentemente senza uscita. Adesso la luce sembra finalmente alla portata, e per la Salernitana sarà un inestimabile valore aggiunto il recupero a pieno titolo di un difensore giovane ma dotato di grande personalità e già di una buona esperienza. Quel difensore divenuto “bandiera” che vorrà recuperare tutto il tempo perduto negli ultimi diciotto mesi, e confermare le qualità già dimostrate – e riconosciute da tifosi e addetti ai lavori – nei primi anni da under vissuti a Salerno prima del calvario.

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Manuel Palumbo

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