Home Editoriale Castori sfrutti al meglio i calciatori a disposizione. In attesa di gennaio

Castori sfrutti al meglio i calciatori a disposizione. In attesa di gennaio

Non è questione di moduli, ma di mentalità al servizio della loro applicazione

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lavagna tattica
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Ventitré punti in classica e il primato dopo undici gare di campionato rappresentano un risultato tanto inatteso quanto immeritato. La squadra è stata spesso cinica in fase offensiva, baciata dagli episodi e dalla fortuna, solida nelle prestazioni garantite dal reparto difensivo.

Inoltre, è sempre scesa in campo animata da fame di risultato, voglia di emergere e dosi massicce di umiltà. Tre ingredienti che aiutano a nascondere i limiti strutturali e i progetti tattici approssimativi esibiti dal tecnico Castori.

La vetta della graduatoria, conservata anche dopo la meritata scoppola di Brescia, è un bene prezioso da tutelare nelle prossime sei partite a distanza ravvicinatissima. Bisogna assolutamente restare sul pezzo, ritrovare la brama di punti palesata nelle prime dieci giornate del torneo, in attesa di un mercato di riparazione che regali all’organico i calciatori in grado di migliorare la squadra sul piano tecnico, del dinamismo e della personalità.

Castori, dal suo canto, ha il dovere di far giocare meglio i suoi uomini, di adattare il modulo alle loro caratteristiche tecniche ed atletiche.

Una squadra che si difende a ridosso della propria area di rigore, scarsamente aggressiva, che spera di vincere il match con la giocata estemporanea del singolo o sfruttando il classico episodio su palla inattiva, rappresenta un progetto calcistico anacronistico, improduttivo e perdente sulla lunga distanza.

Non stiamo parlando di moduli, ma di interpretazione degli stessi. Non è un problema di ‘4-4-2’, ‘3-5-2’ o ‘4-3-3’, ma di principi calcistici base da applicare ai vari sistemi tattici che, di volta in volta, possano essere utilizzati per affrontare gli avversari.

In casa granata, ad esempio, non mancano i calciatori che hanno gamba e reattività, pur non possedendo, alcuni di essi, un bagaglio tecnico altamente significativo. Ci riferiamo ai vari Casasola, Kupisz, Capezzi, Di Tacchio, Cicerelli, in attesa del fondamentale rientro di Lombardi, elemento di importanza incalcolabile per questa squadra. Ed allora si sfrutti questo podismo, il loro temperamento per aggredire più in fretta le trame offensive rivali, invece di snaturarli costringendoli ad un atteggiamento compassato e di maniera.

Perché la palla, se vuoi sfruttare le ripartenze letali di Anderson, Tutino, Cicerelli e dello stesso Lombardi, devi conquistarla alta e poi verticalizzare l’azione in fretta, dovendo così percorrere 30/40 metri di campo e non 60/70, troppi per far male agli avversari con continuità.

Casasola a sinistra non rende, è macchinoso ed ha il piede mancino che non gli permette di crossare pericolosamente in area avversaria. Perché continua a giocare a piede invertito su una fascia non sua?

Kupisz ha nel dinamismo, nell’aggressività e nell’inserimento centrale i suoi punti di forza. Perché Castori continua ad impiegarlo sulla corsia esterna, nonostante l’evidente difficoltà del ragazzo a prevalere nell’uno contro uno? Non sarebbe il caso di utilizzarlo da mezzala pronta ad inserirsi, ad aggredire il dirimpettaio nella zona di competenza e a scalare tra fascia e centro del campo?

Capezzi, Di Tacchio e Dziczek hanno nelle loro corde il pressing alto da esercitare sui facitori di gioco avversari, mentre fanno più fatica a recitare da ordinati e compassati distributori di gioco. Perchè li si limita chiedendogli di fare i frangiflutti statici e di posizione davanti alla difesa?

Cicerelli e Tutino potrebbero risultare devastanti se fossero esentati parzialmente dalla fase difensiva, avere la possibilità di ribaltare prontamente l’azione una volta rubata palla dai compagni con il pressing alto. Perché il tecnico granata li snatura costringendoli a ripiegare continuamente nella propria metà campo, se non addirittura a ridosso dell’area di rigore?

Anderson ha dribbling, spunto determinante negli ultimi trenta metri, tiro in porta e capacità di fornire assist ai compagni. Perché lo si costringe a giocare da mezzala adibita a svolgere anche la fase difensiva?

Djuric è efficace se viene posto nella condizione di eccellere in acrobazia nei sedici metri avversari. Perché lo si impiega come semplice ‘spizzatore’ di palloni, ben sapendo che, ad eccezione di Tutino, non esistono mezzali in grado di inserirsi sulle sue sponde o esterni capaci di sfondare lateralmente? Non sarebbe più opportuno provare ad organizzare delle coppie laterali che arrivino sul fondo con l’intento di rifornirlo ed esaltare la sua potenza in elevazione? Il miglior campionato dell’intera carriera del centravanti bosniaco è stato quello dello scorso anno, chiuso con tredici reti scaturite dai continui rifornimenti di Lombardi, Cicerelli e Kiyine.

Pertanto, alla luce di quanto detto, sarebbe il caso di provare a sperimentare altre strade, assegnando ai calciatori compiti coerenti con le loro possibilità tecniche ed atletiche. Chi deve correre e inaridire il gioco altrui (Kupisz, Di Tacchio, Casasola, Capezzi, Dziczek), sia utilizzato per far legna, pressing e fase di contenimento. Chi ha i numeri per rendere efficace e imprevedibile la proposta offensiva (Tutino, Anderson, Lombardi, Cicerelli), giochi negli ultimi trenta metri avversari e produca danni alle retroguardie di turno.

Infine, anche in difesa sono presenti calciatori che hanno reattività e fisicità (Aya, Mantovani e Gyomber su tutti). Ed allora si lavori per mantenere la linea più alta, consentendo in questo modo ai centrocampisti di aggredire prima gli avversari e, subito dopo, di rifornire negli spazi gli attaccanti, che hanno dribbling, spunto e tiro per raccogliere maggiori soddisfazioni in termini di occasioni create e di reti realizzate.

Un nuovo progetto tattico, meno pavido e più propositivo, per i prossimi sette impegni. Un progetto da stabilizzare e rendere ancora più interessante ed efficace nell’ormai imminente sessione di calciomercato. Un disegno doveroso per una società ed un tecnico realmente all’altezza delle legittime ambizioni della piazza. Tutto il resto è astrazione che rischia di far scivolare anche questo campionato nel consolidato e snervante anonimato di sempre.

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