Tra i giovani procuratori sportivi più operativi sul palcoscenico italiano, e di cui si parla un gran bene, c’è senz’altro Matteo Coscia. Figlio di Enrico, ex, tra le altre, DS della Salernitana, Matteo Coscia non ha mai nascosto la sua fede granata. Tanti i giovani di prospettiva, misti a vere e proprie certezze del campionato cadetto, sotto la sua procura. E un talento che, siamo sicuri, lo porterà ai vertici italiani e, perché no, si spera europei.
Salve Matteo. L’emergenza Covid, in qualche modo, ha temporaneamente stravolto il mondo del calcio, e non solo. Gli introiti sono sempre meno, e diverse società versano in condizioni piuttosto critiche, specie nelle serie minori. Che mercato di gennaio sarà?
«La Pandemia del Covid-19 ha stravolto le nostre vite e di conseguenza ha avuto ripercussioni anche nel mondo del calcio. Gli introiti dei botteghini sono venuti meno, ma soprattutto le sponsorizzazioni rispetto al passato sono diminuite in considerazione del momento di crisi delle aziende italiane. Pertanto, ci apprestiamo a un mercato in cui dovranno prevalere le idee, a dispetto
della forza economica. In previsione di ciò verrà data molta attenzione alle serie minori e al mercato estero. Inoltre, prevedo la possibilità di diversi scambi, in quanto le società prima di inserire qualche nuova casella dovranno necessariamente tagliare il numero delle rose, e in una sessione cosi breve il modo più semplice per raggiungere entrambi gli obiettivi è questo.»
Come giudica, fin qui, il cammino in campionato della Salernitana?
«Da salernitano sono molto orgoglioso dell’avvio di stagione dei granata. La squadra ha un’anima e, sebbene non sia spettacolare, è arcigna, cattiva e ben strutturata. Ritengo che in chiave di formazione della rosa sia stato fatto un ottimo lavoro, creando un organico camaleontico capace di prestarsi a più moduli. Sono molto fiducioso.»
Secondo lei, si dovrebbe intervenire a gennaio per rinforzare la squadra? E se sì, in quali reparti?
«Non spetta a me dirlo, considerata l’esperienza della dirigenza e dello staff tecnico. Ritengo che la società abbia già programmato se e dove intervenire. A mio avviso saranno pochi i cambiamenti, in quanto la rosa è competitiva. Credo che si lavorerà a qualche alternativa capace di creare ancor maggiore competizione nel gruppo. Quest’anno si evince un’ottima coesione tra i calciatori, pertanto, sarà fondamentale tutelare anche questo aspetto fondamentale per arrivare fino in fondo
in una posizione di vertice.»
Siamo alla vigilia del big match contro il Lecce. Che gara si aspetta?
«Mi aspetto una partita da tripla, perché si affrontano due squadre molto forti che stanno mostrando sul campo le loro doti. Senza dubbio la Salernitana sarà penalizzata nel giocare questo big match a porte chiuse. Immaginando questa gara in tempi diversi, con la compagine granata capolista, un Arechi pieno avrebbe inciso notevolmente sul risultato.»
Lecce, tra l’altro, del DS Corvino, con cui lei e suo padre avete collaborato in passato…
«Il Lecce, a mio avviso, è la compagine più forte del campionato. Anzi, ritengo che con la rosa a disposizione potrebbe giocare tranquillamente in Serie A. Il Direttore, con tutta la sua esperienza, ha costruito un organico importantissimo e credo che a fine stagione i salentini riusciranno a conquistare l’obiettivo prefissato.»
Come valuta l’inizio di stagione dei suoi assistiti e quali sono le prospettive? Qualcuno potrebbe muoversi già
a gennaio verso una big?
«Come in ogni stagione, ci sono calciatori che si sono messi in vetrina e altri che purtroppo hanno avuto qualche problematica. Non mi soffermerei sui miei assistiti della serie cadetta, ormai certezze di questo campionato, piuttosto mi piace mettere in risalto coloro i quali nella terza serie, fino a questo momento della stagione, hanno dimostrato di meritare di poter giocare anche in categorie superiori. A mio avviso Francesco Giorno, playmaker del Monopoli, Victor De Lucia, portiere della Feralpisalò e Fabio Tito, terzino sinistro dell’Avellino, hanno avuto un impatto importante su questo inizio stagione, dimostrando una continuità che ormai va avanti da anni e che andrebbe premiata con l’attenzione di qualche club di categoria superiore.»