Quattro punti negli ultimi centottanta minuti hanno restituito al Pordenone il morale alto e una posizione di classifica più aderente al valore tecnico dell’organico. I ragazzi di mister Tesser giungeranno a Salerno motivati dalla possibilità di migliorare ulteriormente la loro graduatoria e, soprattutto, desiderosi di riscattare il pesante 4-0 subito un anno fa all’Arechi. Diversi calciatori di quella squadra saranno protagonisti anche nel match di domani. Pertanto, sarà importante per Di Tacchio e compagni scendere sul terreno di gioco con la stessa carica agonistica degli avversari.
I friulani si presenteranno a Salerno con il 4-3-1-2, vero e proprio marchio di fabbrica dell’ex tecnico di Treviso ed Avellino.
Tra i pali ci sarà Perisan, scuola Udinese e prima stagione da titolare in carriera, dopo alcune esperienze non felicissime in cadetteria e terza serie.
Sulle corsie esterne dovrebbero operare Berra (destra) e Falasco (sinistra). Essi spingono molto, sono dotati di gamba e discreta tecnica. Falasco è assai insidioso sui calci piazzati, le sue traiettorie rappresentano un fattore ed i granata dovranno stare attenti a non commettere falli evitabili a ridosso dei propri sedici metri.
Difficile ipotizzare i due dioscuri che comporranno la coppia centrale difensiva. Bassoli, Camporese, Barison e Vogliacco hanno pressappoco le medesime possibilità di spuntarla. Si tratta di una discreta retroguardia di categoria, come testimoniano i 15 gol subiti in 16 partite (uno in meno della Salernitana). Non mancano fisicità e mestiere, ma si tratta comunque di difensori alla portata dell’attacco granata.
Tante opzioni per Tesser a centrocampo. Reparto in cui è possibile reperire le ordinate geometrie dell’ex stabiese Calò, trattato in estate dalla Salernitana ed elemento molto abile sulle palle inattive. Il roster mediano presenta anche il dinamismo di Zammarini (altro calciatore monitorato in passato dalla Salernitana), la qualità un po’ compassata di Simone Pasa (figlio di Daniele, amato ex granata a cavallo tra la fine degli anni 80 e gli inizi degli anni 90, micidiale sui calci di punizione), le cuciture di gioco e gli inserimenti spesso letali di Scavone, la vivacità podistica e gli strappi di Mallamo (di proprietà dell’Atalanta) nelle trequarti avversarie.
In attacco, infine, Tesser dovrebbe pescare la coppia protagonista all’Arechi dal terzetto costituito da Diaw, Musiolik e Ciurria. Sono calciatori estremamente diversi e in grado di creare grattacapi. La maglia numero nove finirà sulle spalle di Diaw (8 reti stagionali), punta italo-senegalese, tra le migliori dell’intera serie B, completa tecnicamente e versatile dal punto di vista tattico. L’ex bomber del Cittadella è concreto in area di rigore, ma anche insidioso nell’uno contro uno, di rimessa e nella ricerca della profondità, dove esprime un’esplosività muscolare e una velocità che si fanno beffa della sua imponente struttura fisica. Musiolik (3 reti stagionali), gigante polacco di 192 cm, è invece una sorta di Milan Djuric, con la sua capacità di fare lotta fisica con i difensori e di rappresentare un pericolo costante sui palloni aerei. Ciurria (2 reti e 3 assist), infine, è il più tecnico dei tre, il calciatore che può spaccare la partita con una giocata imprevedibile e agendo da trequartista o seconda punta. Calci da fermo, assist per i compagni, iniziative personali a base di dribbling e tiri in porta, rappresentano gli elementi salienti del suo bagaglio calcistico.
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