Poco più di otto giorni separano la Salernitana dalla ripresa del campionato e da un match, contro la capolista Empoli, che già assume i connotati dell’appuntamento da non fallire. I toscani, infatti, precedono i granata in classifica di tre lunghezze e cercheranno di innescare un tentativo di fuga che renda più netta la distanza tra le due squadre.
Lotito e Mezzaroma ed il direttore sportivo Fabiani hanno acquisito le prestazioni del centrocampista Mamadou Coulibaly, ma il potenziamento concreto dell’organico dovrà realizzare altri necessari step, se davvero si vuol conferire alla stagione calcistica la speranza di un percorso all’insegna di autentiche ambizioni vincenti.
Sarebbe auspicabile, pertanto, che le necessarie operazioni per rendere ancora più competitiva la truppa di Castori avvenissero prima della gara in scena allo stadio ‘Castellani’.
Proviamo, allora, a fare il punto della situazione, valutando le criticità tecniche e tattiche emerse nella prima parte della stagione, ma anche le certezze presenti all’interno dell’organico ed i sistemi di gioco utilizzati dal trainer marchigiano, ossia il 4-4-2 ed il 3-5-2.
Il roster che, al momento, sembra offrire maggiori garanzie è quello comprendente il portiere e i difensori centrali. Belec, dopo l’infortunio tecnico in casa del Chievo Verona, non ha sbagliato quasi nulla, risultando spesso decisivo e addirittura prodigioso in diverse occasioni. Ottima anche la tenuta dei centrali difensivi, che hanno palesato concentrazione mentale, determinazione agonistica e intelligenza calcistica nell’interpretazione delle situazioni di gioco. Gyomber, Mantovani, Aya e Bogdan rappresentano un quartetto meritevole di fiducia. Considerando, però, che Karo e Veseli hanno trovato poco spazio e che l’opzione del 3-5-2 resta una costante del calcio di Castori, la rosa dovrebbe acquisire un altro tassello di pari valore. Il campionato è ancora lungo, squalifiche ed infortuni non possono mettere a rischio la solidità di base del reparto.
Sia che si giochi con la difesa a quattro, sia che si opti per una retroguardia incardinata su tre centrali e due cursori intermedi, la sezione ‘esterni granata’ deve essere notevolmente potenziata sul piano della qualità tecnica. Al netto dell’impegno profuso fino a questo momento, Casasola, Lopez e Veseli non sono riusciti a garantire la continuità di rendimento, in entrambe le fasi di gioco, che dovrebbe accompagnare una compagine realmente proiettata verso approdi vincenti. Le condizioni fisiche ed atletiche dell’ottimo Lombardi, un lusso per la categoria ma spesso costretto ai box per smaltire infortuni di lunga durata, non fanno dormire sonni tranquilli. Il lodevole e disciplinato podismo di Kupisz, a tratti depotenziato da confusione tecnica, non può bastare. Il talentuoso Anderson, inoltre, sembra faccia fatica ad esprimersi efficacemente quando viene dirottato sulle corsie laterali. Qualche certezza in più è fornita dalla qualità di Cicerelli, il quale sta gradualmente imparando a rendersi utile anche in fase difensiva. Pertanto appare assolutamente necessario l’innesto di un esterno sinistro, affidabile sia sul piano della tenuta difensiva, sia sul terreno della spinta qualitativa da garantire alla proposta offensiva della squadra. Così come appare ineludibile l’ingaggio di un esterno versatile a destra (impiegabile da terzino in una difesa a quattro o da intermedio) che entri in forte competizione con Casasola.
L’ingaggio della mezz’ala Coulibaly, nonostante il ragazzo possa agire anche da mediano centrale in una linea di centrocampo a quattro, induce a credere che Castori voglia soprattutto ricorrere al 3-5-2 nella seconda parte del campionato. In attesa di conoscere il futuro di Dziczek, ostacolato probabilmente da difficoltà di natura emotiva che, allo stato attuale, gli impediscono di confermare la buona impressione destata la scorsa stagione, e tenendo presenti le caratteristiche di interdittori palesate da Di Tacchio, Capezzi e Schiavone, appare evidente la necessità di reperire un altro elemento di spessore tecnico e carismatico da innestare nella zona nevralgica granata. Un regista in grado di rendere meno farraginosa la manovra, oppure una mezz’ala che, oltre a correre tanto e a fare legna, possieda anche lo spunto qualitativo negli ultimi trenta metri avversari.
Nel reparto avanzato, infine, la fisicità di Djuric e l’efficace imprevedibilità di Tutino ed Anderson dovrebbero essere completate con la presenza di un attaccante manovriero e prolifico. Un elemento che sappia uscire dai blocchi difensivi rivali, giocare con e per la squadra, ma anche essere freddo e variegato in fase di finalizzazione. Una necessità tecnica ma anche numerica, visto che Castori, al netto delle frasi di circostanza, non sembra granché convinto della sua prima linea ‘panchinara’ costituita da Gondo, Giannetti e Antonucci.
Parole ed azioni passano alla società. Il ritorno in campo è ormai imminente, la tifoseria granata, ancora tramortita da un quinquennio cadetto desolante, spera di assistere ad una stagione che scriva un epilogo finalmente diverso.