BELEC 6.5: Vid si arma di Mocio Vileda e, litigando con tutti coloro che possono lasciare peracchiate, prova a rendere un po’ più presentabile la sua zolla di campo. Nel complesso appena due interventi, un’ora e mezza sana di inoperosità a pigliare acqua e vento. L’immersione costante, senza ombra di dubbio, pretenderà il suo tributo.
BOGDAN 6: Al 4′ prova un’apertura su Gondo ma forse non si rende conto che ai piedi indossa il pezzo di sotto della Vaporella. Uno scontro fra lui e Ceter provoca un terremoto del grado 7.8 al largo dell’Indonesia.
GYOMBER 6.5: Ha certe vene sui polpacci talmente marcate che manco io che ero un habitué del Sert le avevo mai viste.
MANTOVANI 6.5: Prova positiva per il giovane centrale romano che, citando l’intramontabile “Compagni di scuola”, apostrofa Cristian Galano:” Guardate com’eri, guardate come sei! Me pari tu zio!”
CASASOLA 6: Il vento quest’oggi è benevolo, i cross sono storti ma almeno non è colpa sua. La conformazione delle sue gambe a “X” non consentirebbe agli avversari di fargli la mutanda ma Nzita è ignorante – figuriamoci se conosce la biomeccanica articolare – e gliela fa lo stesso.
CAPEZZi 7: Ottima prova del trottolino granata. Al 6′ minuto, però, calcia con scarsa convinzione e fa parere un portiere di pallone pure uno come Fiorillo.
DI TACCHIO 7: Per una questione di contiguità geografica – e tendenza al centrismo – è un grande estimatore del Premier Conte. Appena vede che il Pescara schiera in campo Bellanova non capisce più niente e si fa afferrare per pazzo.
COULIBALY 5: Prova insufficiente per il centrocampista senegalese. Il suo unico merito è quello di prendere Maistro in disparte e mostrargli il sarchiapone senza recchie che custodisce in mezzo alle cosce. Proprio l’appena citato sarchiapone, tuzzuliando vicino alla caviglia, farà in modo che Mamadou si produca nella giocata più romantica dell’intero match.
CICERELLI 7.5: Doppia soddisfazione per le zie zentraglie di Manu che, oltre a vedergli siglare il gol del 2-0, riceveranno la foto autografata di Papa Giovanni Paolo II quando era giovane. È vero che Wojtyla morì nel 2005 ma tanto quelle non è che ragionano tanto con la chiocca e poi comunque Jaroszyński ci assomiglia tale e quale.
GONDO 6.5: La miglior gara della stagione per il nostro caro Cedric che, oltre a sbloccare la gara, lotta su tutti i palloni. Due nei, però, contraddistinguono la sua prestazione: lascia il suo cumpagniello tutto solo in panchina nonostante il maletiempo (quello Giannetti si mette paura dei tuoni) e indossa un paio di cazette Golden Lady 50 Den che non si erano mai viste manco alla chiesa della Medaglia Miracolosa alle 7 del mattino di una domenica invernale.
DJURIC 6.5: Solita prova di grande sacrificio, ottima la sponda che pesca Gondo a centro area per il gol che vale l’unazzero. Nel finale prova a fare il sombrero a Valdifiori ma gli esce una coppola fetente.
GIANNETTI, KUPISZ, SCHIAVONE, AYA, TUTINO 82: Dico io, eravamo arrivati a 8 minuti dal termine con appena due sostituzioni fatte, ero contentissimo. Potevo andarmi a menare nel letto onorando al meglio lo Shabat ebraico rurmenn a cul apiert. Invece no. Allora ditelo che volete cacare il cazzo a stu povero strunz ca fa i pagell. I giudizi non li esprimo proprio perché ho il diritto di protestare contro questa sfaccimma di pallone che sta pigliando l’avviata della pallavolo. Ho scritto pure assai, quindi mo vi lascio con un capolavoro del Maestro che dovete ascoltare per forza, altrimenti fate le mani come i piedi.
CASTORI 10: BLACK LIVES MATTER!!! Moti di ribellione scuotono il mondo, anche i brand più famosi non si lasciano sfuggire l’occasione di perorare la madre di tutte le battaglie sociali: RIPUDIARE IL RAZZISMO. In questo caso anche la Michelin – rinomata multinazionale produttrice di pneumatici – lancia un chiaro segnale. Il celeberrimo omino cambia veste: si tinge di nero, di lotta, di trigliceridi, di rivoluzione.
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