“LE COSE PIù BELLE DELLA VITA O SONO IMMORALI, O SONO ILLEGALI, OPPURE, FANNO INGRASSARE”
– George bernard shaw
Buona Domenica cari lettori, quest’oggi vi invoglierò nella preparazione di una ricetta gustosa, tradizionale e veloce.
Come la maggior parte dei piatti presentati sin ora, anche quello di oggi, affonda le sue radice nella nostra amata e variegata regione Campania.
La portata del giorno è quella dei PACCHERI DORATI E FRITTI, pasta meglio nota con il nome di “SCHIAFFONI”.
Quale sarà l’origine etimologica di questo formato di pasta? Scopriamolo insieme!
Il nome “paccheri”, nella tradizione italiana, ricorda la “pacca”, ovvero, uno schiaffo “suonato” in modo amichevole a qualcuno. Una carezza ad alta velocità, insomma, data a mano aperta per intendere un saluto nei riguardi di chicchessia, oppure, un gesto che voglia essere un modo simpatico per congratularsi con il soggetto di turno.
Il termine deriva dal greco, “pas” che vuol dire “tutto” e ”keir” che significa “mano”, quindi letteralmente la traduzione sarà la seguente: “tutta la mano”, “a mano piena”.
In Campania questa tipologia di pasta risulta maggiormente familiare con l’appellativo di “schiaffoni”, per via del suono simile ad uno schiaffo che, si origina quando viene calata dalla pentola al piatto.
La ricetta risulta essere apprezzata soprattutto come antipasto, a mò di “finger food”. Gli “schiaffoni” ripieni e fritti, da sempre, sono una goduria per il palato che, va assaporata misuratamente – dato l’apporto calorico contenuto – l’esagerazione potrebbe creare “effetti collaterali indesiderati”.
Le dimensioni dei Paccheri, la sua corposa consistenza, fanno – degli stessi – un formato di pasta particolarmente adatto ad accogliere una farcitura avvolgente. Inoltre, per ottenere una croccantezza perfetta, l’opzione migliore risulta essere quella della doppia panatura in uovo e pangrattato (consiglio spassionato e personale).
PREPARAZIONE
- Iniziamo a preparare la pastella: in un recipiente mettere 2 uova ed aggiungere la metà d’acqua precedentemente pesata, il sale e il pepe. Successivamente, mescolare ed aggiungere gradualmente la farina, fino a farla incorporare completamente al composto in preparazione, evitando la formazione di grumi. Poi, versare la restante parte dell’acqua e mescolare bene fino al completo assorbimento.
- La pastella dovrà risultare fluida e densa, al termine della sua preparazione, andrà conservata in frigorifero, affinché possa essere utilizzata fredda per rivestire i paccheri.
- Nel frattempo sbollentare la pasta in acqua e sale. A cottura ultimata, colate i paccheri e raffreddateli velocemente, versandoci su dell’acqua che faccia abbassare la loro temperatura, poi, distanziateli tra loro in un contenitore (senza olearli).
- Nel frattempo preparare il ripieno dei paccheri: in una ciotola mettete la ricotta, un uovo, manciatina di formaggio, la mozzarella di bufala tritata, limone grattugiato, basilico tritato e pepe. Regolare la densità, se necessario.
- Imbottite i paccheri mettendo la farcia in una sac a poche, poi, passateli nella pastella fredda e friggeteli in olio bollente.
- Quando saranno ben dorati su tutti i lati, raccoglieteli con una schiumarola e adagiateli su di un foglio di carta per assorbire l’olio in eccesso.
- Serviteli subito, impiattando con una salsetta a piacere a base verdure, pomodoro, crema di zucchine, crema di peperoni… insomma, a seconda del gusto personale.
BUON APPETITO A TUTTI!!!