Gennaro Tutino ha gli occhi che riflettono fiamme, il viso poco elastico al sorriso e un atteggiamento meno morbido di sempre. La lontananza dal campo avrebbe dovuto concedergli ristoro fisico, dopo il tour de force di fine anno, invece, piuttosto che nutrirsi di nuovo ossigeno – date le due giornate di riposo, in cui non è stato impiegato in campo, sin da inizio partita – sembrerebbe essere avvolto da aria irrespirabile.
INSODDISFAZIONE: questo è il termine più appropriato per il momento buio che il fantasista napoletano sta vivendo a Salerno.
Tante aspettative gravavano e tutt’oggi pesano sul suo cognome. Un attaccante atteso con trepidazione, voglia, speranza ed entusiasmo. Infatti, sin dai primi passi mossi in campo, ad inizio campionato, il talentuoso ventiquattrenne, non si è risparmiato nell’infiammare la piazza salernitana con le sue prodezze. Le giocate tecnico-tattiche che lo hanno messo in luce sin da subito, hanno contribuito a lanciare la Salernitana tra i primi posti in classifica, fino a raggiungere la vetta – da indiscussa solitaria – per alcune giornate di campionato.
Purtroppo da qualche settimana, la serenità che aleggiava attorno alla squadra – in concomitanza col mercato di riparazione di Gennaio – sta subendo un’influenza non positiva. Non legata, solamente, alle battute d’arresto che hanno rallentato il viaggio della Salernitana verso il sogno promozione, ma, dovute, piuttosto, a qualche retroscena che agli appassionati è dato solo immaginare, provare ad interpretare, ma, non sapere.
Intanto, Tutino – con un bottino di sole 6 reti portate a segno – è, ormai, lontano dal gol, dal posticipo del 21 Dicembre contro l’Entella che vide la Salernitana imporsi alla compagine ligure per 2 a 1. Una classifica personale che, non dà pienamente merito al classe ’96, giunto a Salerno per mirare in alto, sia dal punto di vista collettivo che personale.
Il gioco di mister Fabrizio Castori è, evidentemente, a tratti farraginoso, poco fluido e non sempre capace di esaltare le “pedine” che ha a disposizione. È proprio negli schemi del mister marchigiano che il numero 9 granata non riesce a costruire e/o finalizzare , con semplicità, giocate vincenti che lo appaghino, dando valore e spessore a se stesso e alla squadra.
Un fantasista come Tutino necessiterebbe non solo di un gioco teso alla verticalizzazione, come quello del trainer Castori, ma, di un centrocampo composto da calciatori che sollevino il reparto offensivo dall’eccessivo sacrificio difensivo a cui, spesso, Tutino e Djiuric sono sottoposti. Questo forte dispendio di energie e, conseguenzialmente l’arretramento della squadra, non giovano ai fini delle partite disputate. Gli elementi che la Bersagliera ha a disposizione in questo campionato, sono alquanto validi ma, per ambire ad obiettivi nuovi ed importanti, occorrerebbe mutare qualcosa a partire dalla base.
Ecco perché un calciatore come Gennaro Tutino non può non essere protagonista in questa stagione, quindi, è fondamentale esaltarlo. È doveroso cercare e trovare il giusto incastro nell’11 titolare affinché, l’estro dello scugnizzo campano possa essere il plus valore che, ad inizio anno, si cercava e voleva nella città di Salerno, con l’intento di poter fare LA DIFFERENZA.