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Aya, titolarità ritrovata e serata speciale contro la Regia: unico ex in campo al Mapei

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Dopo qualche settimana vissuta in panchina, Ramzi Aya è tornato ad essere un titolare imprescindibile per Fabrizio Castori. L’italo-tunisino è rientrato nel terzetto difensivo a Pisa, e poi ha anche trovato il suo primo gol in maglia granata, nel match giocato due settimane fa all’Arechi contro il Vicenza. Una rete poi rivelatasi inutile ai fini del risultato, visto l’immediato pareggio del Lane siglato da Giacomelli. Sabato scorso ad Ascoli, invece, il numero 13 granata è riuscito – insieme a Gyomber, Mantovani e ad un solido Adamonis tra i pali – a garantire il clean sheet, con la Salernitana che ha mantenuto la rete inviolata per la seconda volta nelle prime cinque gare del girone di ritorno.

Dopo essere recentemente tornato da ex all’Arena Garibaldi (ritrovando appunto una maglia dal primo minuto), domani sera Aya affronterà un altro pezzo molto significativo del suo passato come la Reggiana. Nel 2010, infatti, dopo essere cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, il difensore classe ’90 venne ceduto in prestito al club emiliano, facendo il suo esordio tra i professionisti, prima in Coppa Italia e poi in Prima Divisione. Dopo un ottavo posto al primo anno, vissuto sotto la guida tecnica di Amedeo Mangone, l’italo-tunisino si trasferì in compartecipazione alla Regia, firmando un contratto triennale. Nel 2011-2012 la formazione emiliana concluse al nono posto nel Girone A, prima di una stagione vissuta in sofferenza l’anno successivo: nel 2012-2013, infatti, Aya – giunto al suo terzo anno in granata – concluse il campionato al quindicesimo posto, ottenendo la salvezza soltanto ai playout con il Cuneo.

Dopo aver messo insieme 89 gettoni in 3 stagioni (di cui 83 presenze in Prima Divisione, 2 in Coppa Italia e 4 in Coppa Italia Lega Pro), Aya fu messo fuori rosa nei primi sei mesi del 2014-2015, lasciando la Regia il 31 gennaio 2014 per firmare con il Rimini, trasferendosi in Seconda Divisione. Quello dell’attuale difensore dell’ippocampo fu un addio al veleno, con Aya che non risparmiò attacchi importanti nei confronti dell’ex patron Barilli, reo di “avermi rovinato la carriera mettendomi fuori dal progetto”. Sette anni dopo aver concluso nel peggiore dei modi l’esperienza con il club emiliano (un finale che lo stesso calciatore definì “un periodo molto difficile che ha rischiato di rovinare la mia carriera”), Aya ritrova da avversario una squadra che, nonostante tutto, gli ha dato la possibilità di fare il suo esordio nel calcio professionistico.

Manuel Palumbo

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