Trentotto anni di onorata carriera e amore per lo sport. Questa è la storia di Enzo Vigilante, ex presidente del Comitato provinciale della Federscherma Campania che, da oggi, lascia ufficialmente le pedane dopo un lungo percorso ricco di soddisfazioni e impegno. Un percorso, come rivela lo stesso Vigilante, nato quasi “per gioco”, e concluso con il conseguimento della Stella d’Oro al merito sportivo del Coni:
«Sembra strano, ma a me non piaceva mica questa disciplina – racconta Vigilante – Fu mia moglie Emilia, che ne era follemente innamorata, a spingere nostro figlio Gabriele a praticarla. Era il 1983 quando entrammo per la prima volta alla “Nedo Nadi” dell’allora presidente Lino Schiavone. Successivamente, subentrò Alfredo Salati, con il quale ho iniziato il mio percorso sportivo collaborando come segretario della società, addetto stampa e, successivamente, entrando a far parte del Consiglio Direttivo.»
Tante le iniziative promosse, fin dagli albori, nel corso della sua esperienza da dirigente: «Nel ’90 ebbi il primo incarico da presidente del Comitato Fis Salerno, prima di essere nominato delegato provinciale, ruolo che ho ricoperto fino ad oggi. Durante il mio cammino ho fatto parte di diverse organizzazioni di eventi svolti a Salerno e provincia, anche di respiro internazionale. Ad esempio, ricordo con piacere l’incontro tra la Nedo Nadi e la Vasutas di Budapest a piazza della Concordia. Oppure, il trofeo “Le quattro Capitali d’Italia” in cui affrontammo, e ospitammo, Raggetti Firenze, Club Scherma Roma e Club Scherma Torino. Successivamente, dopo aver lasciato la Nedo Nadi, di cui fui anche presidente, dal ’96 sono entrato a far parte del Club Scherma Salerno del presidente Matteo Autuori. In quegli anni, attraverso il progetto “Expo Scuola” organizzato dall’allora consigliere provinciale Pasquale Stanzione, ho portato a Salerno campioni del calibro di Valentina Vezzali, Diana Bianchedi, Giovanni Trillini, Stefano Pantano e Mauro Numa.»
L’evento, però, al quale Vigilante è più “affezionato”, resta senz’altro il “Trofeo Principe Arechi”, di cui il buon Enzo fu promotore: «Di quella iniziativa, non posso nasconderlo, ne sono particolarmente oroglioso, anche perchè, mi piace ricordare che i primi complimenti li ho ricevuti da mia moglie Emilia. L’edizione più emozionante del Trofeo fu svolta presso l’incantevole location del Castello Arechi nel settembre del 2008. Quell’evento fu un mix di cultura, spettacolo e sport.»
Nel mezzo dell’esperienza di dirigente, anche tanti campioni transitati per il Club Scherma Salerno e non solo, successivamente affermatisi a livello nazionale e internazionale: «Sarà impossibile non dimenticare qualcuno, ma mi preme citare i fratelli Giampiero e Mimmo Pastore, Carmine Casella, Marta Migliore, Daniele Caramagna, i fratelli Marco, Luca e Andrea Chiei, Rossella Gregorio e tanti, tantissimi altri. Senza dimenticare i grandi arbitri, guidati dal delegato regionale Marco D’Acunti, ai quali dedicavo ogni anno un evento. Una categoria che mi sta particolarmente a cuore, visto che ne fa parte anche mio figlio Gabriele. Vederlo diventare “internazionale” è stata una delle soddisfazioni più belle.»
In ultimo, anche un ruolo come componente della Commissione federale propaganda, nonché di Consigliere Regionale della Federscherma Campania. Ora, però, è “tempo di migrar” e dedicarsi completamente ad un’iniziativa altrettanto nobile come il volontariato: «Da circa due ani collaboro con la Caritas della Parrocchia di Gesù Risorto del Parco Arbostella. Offro il mio aiuto ai più bisognosi, e questa è una cosa che mi riempie il cuore di gioia. Concludo un’avventura che, per me, è stata di fondamentale importanza e che, in più, mi ha dato modo di conoscere tante belle persone.»
In chiusura, non poteva mancare un pensiero rivolto alla compianta moglie Emilia Imparato, sagace professoressa strappata troppo presto alla vita e all’affetto dei suoi cari: «Posso tranquillamente affermare che “qualcuno” abbia deciso per me. La mia cara moglie Emilia amava usare spesso la citazione “nulla avviene per caso. Dietro ogni decisione c’è sempre un disegno divino”. E credo che sia andata esattamente così.»