Coesione e compattezza, parole chiave che determinano il cammino della Salernitana.
L’assolo di violino, nella terra di Stradivari, assume un’importanza capitale. Una squadra che, in un contesto tecnico limitato, indossa il mantello della Signora di provincia e detiene lo scettro delle prime posizioni. Confermandosi, a pieno merito, proprio ora che il calendario assume i connotati di una sentenza. Una vittoria storica, mai i granata sono stati in grado di espugnare l’avamposto grigiorosso.
Elogio del pragmatismo, nella steppa dello Zini, è bastata una zuccata di Djuric per relegare i lombardi nella zona rossa della graduatoria.
Rilevante l’impegno mostrato, il carisma degli effettivi, la continuità che, in altri contesti, è mancata. La Salernitana c’è, prosegue la sua andatura. Zoppicante rispetto alle dinamiche di un girone fa, ma pur sempre efficace.
Sorpresa, altro vocabolo ascrivibile all’impresa a cui, giornata dopo giornata, stiamo assistendo. Sfruttando le incertezze delle antagoniste, cavando dal sacco forme di pane, pur raffermo, ma comunque necessario a nutrire le ambizioni della piazza.
Si entra nella fase cruciale, meno di 990 minuti al termine della regular season. Scontri al vertice da affrontare fra le mura amiche con l’indole di chi non ha più voglia di nascondersi. Si entra, però, anche nel complesso delle problematiche non più trascurabili. La distinzione, fondamentale e già evidenziata a più riprese, fra questioni di campo e questioni societarie.
L’Art. 16 bis delle Norme Organizzative Interne della F.I.G.C. rappresenta il macigno legale che vieta al popolo granata di librarsi, con entusiasmo, verso l’Iperuranio.
Il sole di un traguardo covato troppo a lungo è oscurato da strascichi di normative che non collimano con i sogni. Il momento magico, vissuto sul campo dall’11 di Castori, cozza e non poco con le fredde direttive della carta.
Siamo di fronte alla biforcazione della realtà: da un lato continuare a sperare che il gruppo sovverta ogni regola, dall’altro la fisiologica diffidenza che numerose stagioni dal finale fotocopia – e l’amaro servito al posto del dessert – hanno determinato.
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