Se si volesse realizzare un ipotetico censimento dei calciatori in attività e non, il suo nome rientrerebbe di diritto tra quelli appartenenti alla particolare categoria dei “talentuosi ma non sbocciati”. Erano infatti tante le promesse che Vladimiro Caramel ha avuto nei suoi riguardi, ma sono state disattese. Anche se, a onor del vero, non sempre per colpa sua.
Nato ad Asmara, capitale dell’Eritrea, il 30 luglio 1968, salì agli onori delle cronache nella sua esperienza al Licata. Erano gli ultimi vagiti della squadra siciliana che sorprese l’Italia conquistando la B nel 1988 e difendendo la cadetteria nella stagione successiva. Tornato in C1 nel 1990, il Licata fu comunque una delle compagini più accreditate al salto di categoria. Come nella stagione 1991/1992.
La rosa dei siciliani era ricca di talenti. Tra questi, quello giustappunto di Vladimiro Caramel, riccioluto centrocampista offensivo. Dotato tecnicamente e con grande senso dell’inserimento, Caramel era il prototipo di quello che oggi verrebbe definito “centrocampista moderno”. In 57 presenze nel suo biennio gialloblu, segnò 6 reti. Una delle quali, a Salerno, il 26 gennaio 1992.
In quel giorno, 18/a giornata di Serie C1 girone B 1991/1992, Il Licata sbancò l’Arechi per 2-0. Reti di Mazzeo e proprio di Vladimiro Caramel. Quella giornata, la dirigenza della Salernitana, con Franco Del Mese in primis, ebbe una folgorazione sulla via di Damasco. D’estate, il Licata, quinto in classifica sul campo, venne declassato all’ultimo posto per un presunto illecito sportivo che è ancora oggi mal digerito dai tifosi siciliani. La squadra venne smantellata e parecchi presero la strada di Salerno.
In granata sbarcarono il tecnico di quel Licata, Giuliano Sonzogni e tre pilastri: Massimiliano De Silvestro, Claudio Grimaudo e Francesco Tudisco. Sembrava fatta anche per l’approdo di Vladimiro Caramel, ma all’ultimo momento il riccioluto centrocampista scelse Cosenza e la Serie B, anche per il corteggiamento serrato di Fausto Silipo, altro suo allenatore in Sicilia.
L’esperienza calabrese non fu delle migliori. Caramel venne chiuso da Statuto e Fabris, collezionando solo 7 presenze. Allora, nel mercato di novembre, decise di accettare la corte della Salernitana. Il centrocampista nativo di Asmara esordì in granata l’8 novembre 1992 assieme a un altro volto nuovo, l’attaccante Giovanni Pisano, prelevato dal Foggia, nella sfida contro il Palermo.
La partita fu straordinaria. Rosanero annichiliti 3-1, con doppietta di Pisano e rete proprio di Caramel. E subito, dalla Curva Sud, partì il coro: “comm’è bell, comm’è bell, Vladimiro Caramèl“.
Fu, purtroppo, un fuoco di paglia. Caramel non riuscì più a giocare ai livelli di quell’8 novembre 1992 e le sue prestazioni calarono d’intensità fino a quel 16 dicembre 1992, quando in Sicilia contro una squadra gialloblu, il Giarre, sbagliò un calcio di rigore che avrebbe potuto essere determinante. Uscito dall’undici titolare, Caramel concluse quella stagione con 25 presenze.
Nell’estate 1993, Caramel tornò al Cosenza disputando una stagione intera con i silani. 32 presenze e 1 gol, nell’1-1 interno con il Bari. Poi, il trasferimento ad Acireale dove giocò un altro campionato in B prima di tanta C con gli acesi, il Savoia e l’Atletico Catania. Un calciatore eclettico, che però a Salerno non lasciò una traccia indelebile.
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