Mode linguistiche e tormentoni pronti al lancio, la Corte dei conti si arricchisce di nuove figure. Voci più autorevoli e, di conseguenza, più credibili si iscrivono al registro di un ballo mascherato e crepuscolare.
L’indole da impiegati catastali non conduce granché lontano, la critica non è assolutamente il sentimento distruttivo che si intende far credere. A tal proposito, giungerà in soccorso l’Enciclopedia Treccani:
Amenità e moine, questo è quanto l’altoparlante impone, questo è quanto risponde al verbo mistificare. Che la squadra di Castori sia, in virtù dei suoi meriti, pienamente in corsa per il Traguardo – volutamente con la T maiuscola – è cosa nota e più volte specificata. La felicità per l’ambizione ritrovata, però, deve assolutamente accompagnarsi ai pregiudizi dell’alba.
Non si cancella, in alcun modo, quanto fatto e perseverato dalla triade capitolina. Non ci sono meriti postumi – né scuse da recapitare a chicchessia – che tengano. Anche perché, se proprio volessimo sottolinearlo, stiamo ancora armeggiando con la manopola della radio, in attesa del famosissimo mea culpa figlio di quel comunicato redatto nell’aprile 2019.
Ché se aprile – proverbi alla mano – rappresenta il dolce dormire, qui carta canta.
La spossatezza primaverile, purtroppo, non fiacca la memoria a lungo termine.
Il cammino di sua Maestà, altamente performante, è motivo di orgoglio per tutte le anime che circondano il panorama granata, questo è fuori da ogni dubbio. Che siano stati essi apostrofati con quegli svilenti e poco originali appellativi: gufi, tirapiedi, disfattisti, giullari e ballerini.
Occorre tuttavia specificare – onore e norma della tanto decantata onestà intellettuale – che la Salernitana, da un po’ di giornate a questa parte, realizza un ruolino da codice binario: 000010000010.
I granata, arroccati sulle sponde della Marna, tengono e resistono. Col volto segnato dal fango e una trincea per compagna rimpallano i nemici e i tentativi di fuga verso il mare. Le polveri, però, sono bagnate: colpa di una vocazione da artificieri e non da bombaroli. Se si desidera accumulare è necessario produrre maggiormente, se si desidera surclassare la controparte serve anche – diremmo soprattutto – un reparto di fanteria rapido e famelico.
Analizzare i numeri è, in conclusione, giusto. Il busillis, però, è uno e incontrovertibile. La domanda è una e lecita: “Siamo uomini o ragionieri, opinionisti prêt-à-porter o professionisti?”
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