Buongiorno e bentrovati carissimi lettori. Oggi,Domenica delle Palme, ci anticiperemo nella stesura di una della ricetta caratteristiche delle festività di questo periodo.
A Pasqua ci nutriamo di tradizioni e le tradizioni si nutrono di simboli, uno di questi è proprio IL CASATIELLO, una torta salata ricca di ingredienti che lo rendono unico nel suo genere.
Le origini di questa bontà sono molto remote, risalgono alla realtà napoletana, quando la stessa, era stata in un primo momento di dominazione greca e, successivamente, è stata di stampo romano.
Il nome Casatiello deriverebbe dal termine latino “caseus” che tradotto significa “formaggio”, alludendo alla cospicua quantità dello stesso all’interno del rustico. Nel tempo, il sostantivo sarebbe stato “napoletanizzato” con la parola “caso”, dal quale prende il nome la torta rustica, ricordando “del piccolo pane ripieno al formaggio”. Infatti, la realizzazione di questo manicaretto, sarebbe molto simile alla preparazione del pane, tant’è vero che, il procedimento si differisce prettamente nella selezione degli ingredienti che vengono aggiunti durante la fase di lievitazione, alla base dell’impasto, ovvero: strutto, cicoli, salumi vari e formaggio.
La forma che contraddistingue il Casatiello è cilindrica, alla sua estremità, inoltre, sono poste delle uova fresche, che vengono cotte assieme al rustico, fino a diventare sode. Queste sono racchiuse in una sorta di croce e, proprio le uova, infatti, simboleggiano la RINASCITA.
Spesso si è soliti confondere il Casatiello con il Tortano, la linea è sottile, ma in verità la differenza c’è: mentre il Casatiello lo riconosciamo dalle uova sode incastonate, nel Tortano le uova sode sono tagliate e inserite all’interno dell’impasto.
In conclusione, una simpatica parentesi relativa al Casatiello è rappresentata da un modo di dire, sorto proprio dalla pesantezza – diventata proverbiale – della torta salata in questione, nata per definire una persona tendente ad essere pedante, verbosa e noiosa, questa è racchiusa nell’espressione:“‘I che Casatiell ca si”! Quindi, quando si vuole rendere nell’immediato l’idea dell’intolleranza nei riguardi di chicchessia, lo spunto suggerito può risultare utile, pratico e diretto.
PREPARAZIONE
- Intridete la farina con 100g di sugna, il lievito, poco sale e tanta acqua tiepida, fino ad ottenere una pasta piuttosto morbida, che lavorerete per almeno una decina di minuti.
- Mettete a lievitare la pasta in un luogo tiepido, in una terrina coperta da un panno.
- Quando la pasta sarà abbastanza cresciuta, ma non eccessivamente, cioè dopo circa un’ora e mezza, mettetela sul tavolo, sgonfiatela con le mani e stendetela fino allo spessore di circa 1 cm.
- A questo punto spalmatela con la restante sugna e cospargetela con il pepe ed il formaggio grattugiato, piegate in 2 la pasta, ungetela di nuovo e ripiegatela, ripetendo questa operazione finché avrete sugna.
- (Prendete un pezzetto di pasta grande quanto un panino e mettetelo da parte). Con l’ultima spalmata di sugna aggiungete il formaggio tagliato a dadini ed arrotolate la pasta formando un rotolo che sistemerete in una teglia (unta ed infarinata) da forno a forma di corona circolare, unendo il rotolo di pasta alle estremità.
- Lasciatelo lievitare per un’altra ora.
- Quando il Casatiello sarà lievitato, sistematevi sopra le uova crude, col guscio ben lavato ed asciugato, con la punta rivolta verso il centro dello stampo; con la pasta tenuta da parte formate 12 bastoncini grossi come dei grissini, che sistemerete ortogonalmente a croce sulle uova per fissarle sulla sommità della pasta del rustico.
- Infornatelo in forno quasi tiepido e fatelo cuocere mantenendo la temperatura di 180° per almeno un’ora, fino a che sarà ben colorito.