Editoriale

LECCE: “LA SIGNORA DEL BAROCCO”

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Venerdì sera la truppa di Castori sarà chiamata ad affrontare una sfida delicatissima. La partita che la Salernitana disputerà al “Via Del Mare” contro il corazzatissimo Lecce, sarà un crocevia fondamentale per continuare a scrivere la stagione 2020/2021 del campionato cadetto.

 Un punto solamente separa le due aspiranti al trono. Nell’impianto salentino si giocherà per vincere ed agguantare e/o confermare il secondo posto, ovvero, quella posizione in graduatoria, oltremodo privilegiata, che consentirà a chi la farà propria, la possibilità di volare direttamente in massima serie.

Il fischio d’inizio sarà affidato al direttore di gara Daniele Chiffi. Alle ore 19.00 del 2 Aprile verrà dato il via all’accesissimo match.

Rammentiamo che i giallorossi presentano il miglior attacco della serie B, hanno raggiunto quota 58 realizzazioni, poco meno della metà rispetto alle marcature granata che, in compenso, riescono ad eccellere tra le migliori difese tra le altre 19 partecipanti al torneo corrente, registrando solamente 27 gol incassati.

Per accompagnare la Bersagliera lungo questo percorso che la vedrà protagonista – in un modo o nell’altro – nella ridente Puglia, vi consentiremo di immergervi nella bella realtà leccese, regalandovi, raccontandovi tratti di storia antica, moderna e contemporanea che caratterizzano il Salento.

Si suppone che le origini della città di Lecce risalgano al V secolo A.C.. Una leggenda, invece, ne attribuisce la nascita intorno al 1211 A.C. per opera di Malennio – discendente del noto re mitologico Minosse – subito dopo la distruzione della città di Troia. la città salentina avrebbe, quindi, origini divine. Malennio, basandoci sulla leggende, fu il primo a dominare Lecce e ad introdurre in questa realtà la cultura greca.

La città pugliese, sin dagli albori, fu chiamata in diversi modi, fino ad arrivare all’ormai conosciuta “Lecce”. Visse un periodo di massimo sviluppo edilizio ed economico, soprattutto, durante il dominio romano. Le tracce dell’influenza romana sono riscontrabili, anche, nello stemma della città che, raffigura un lupo ai piedi di un albero di Leccio e nella realizzazione dell’Anfiteatro.

Con la caduta dell’impero di Marco Aurelio, la città iniziò un lento declino, frutto delle seguenti invasioni e dominazioni: ungari, slavi, longobardi… L’arrivo dei Normanni, invece, diede nuova linfa alla realtà salentina, consentendole di rifiorire.

Lecce divenne contea grazie a Roberto il Guiscardo e, successivamente, “capoluogo del Salento“.

La precedente dominazione durò fino a che l’intero Salento, passò sotto il controllo dell’imperatore Carlo V, il quale fece edificare una nuova cinta muraria per difendere la città dagli attacchi da parte dei turchi. Partirono importanti opere di rifacimento, furono ridefinite tutte le vie principali che collegavano la città, vennero ricostruiti numerosi edifici ecclesiastici, fu costruito il Castello – dedicato a Carlo V da cui prese il nome – l’Ospedale dello Spirito Santo e l’Arco di Trionfo che, oggi è noto con il nome di Porta Napoli. Inoltre, diverse località di provincia vennero dotate di torri di avvistamento costiere che, oggi donano alle spiagge salentine un fascino prezioso.

In questo periodo inizio a manifestarsi l’arte barocca che, dotò la città di alcune delle sue più belle attrattive, spiccano: Palazzo dei Celestini, la Chiesa di Santa Irene, Porta Rudiae e Piazza del Duomo, adiacente a Piazza Oronzo (cuore pulsante della città). È per questo che, oggi Lecce detiene il titolo di “Signora del Barocco”; passeggiare nel centro storico è paragonabile ad un tuffo nel passato nell’epoca del rinascimento artistico.

Torre Sant’ Andrea, Salento coast, Puglia region, Italy

La città di Lecce, inoltre, si distingue, anche, per un’altra particolarità: La pietra leccese. Questa è una roccia calcarea, facile da lavorare. La pietra leccese affiora naturalmente dal terreno e si estrae dal sottosuolo in enormi cave a cielo aperto, profonde fino a cinquanta metri e diffuse su tutto il territorio salentino. Durezza e resistenza della pietra, una volta estratta, crescono con il passare del tempo e nella consolidazione la pietra assume una tonalità di colore ambrato simile a quella del miele.

“Lecce conserva una qualità signorile, quasi di salotto distinto dai servizi del circondario. Se si entra nella parte vecchia, le molte chiese barocche e i palazzi barocchi, ora di faccia, ora di sghembo, in piazzette e stradine, e disposti tra loro in angoli dal gusto scenico, si direbbero una serie di piccoli teatri. Tutto sembra disposto e ornato per un lieve gioco teatrale; una commedia di Goldoni non vi stonerebbe; facciate di chiese, palazzi e i loro effetti combinati, tramandano attraverso i secoli un animo squisitamente provvisorio, quasi dovessero durare una sera sola, ma una sera che conta, forse definitiva”

(Guido Piovene)

Raffaella Palumbo

Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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