Per ingannare l’attesa spasmodica e non consentirle di logorare nervi e muscoli, strada migliore di quella che conduce al laboratorio tecnico non può essere percorsa dal gruppo granata. Il desiderio di ritornare in fretta sul prato verde, per portare a termine un’impresa imprevista e allo stesso tempo incredibilmente trascinante, deve essere accantonato e lasciare saggiamente spazio ad un virtuoso, volitivo e proficuo lavoro di campo. Una scelta ben precisa, volta ad alimentare lo spessore atletico della compagine capitanata da Di Tacchio, ma anche l’occasione giusta per raccogliere le interessanti indicazioni tratte dal terreno di gioco e tramutarle in nuove opzioni tattiche, finalizzate a procurare maggiori difficoltà alle fasi difensive delle squadre che incroceranno la Salernitana negli ultimi quattro appuntamenti della stagione regolare.
In questo senso, la partita contro il Venezia ha fatto emergere l’importanza di alcune scelte effettuate da Castori, soprattutto per quel che concerne la necessità di potenziare la gamma di soluzioni da proporre in funzione della ricerca ostinata della vittoria, passaggio fondamentale per provare a strappare al Lecce la seconda posizione della graduatoria finale e l’accesso diretto alla massima serie. Evoluzioni tecnico-tattiche in corso d’opera che, oltre a valorizzare il talento di alcune individualità intrise di imprevedibilità presenti nella rosa, potrebbero registrare anche il merito di rendere ancora più significativo l’apporto di altri calciatori a disposizione del trainer marchigiano.
Ci riferiamo soprattutto all’interpretazione da esterno sinistro offensivo affidata a Kiyine. L’estroso fantasista belga-marocchino, partito inizialmente alle spalle di Tutino con risultati altalenanti, nei secondi quarantacinque minuti contro i lagunari è diventato devastante grazie alla sua capacità di superare l’uomo e disarticolare la fase difensiva degli arancioverdi ospiti. Personalità nella ricerca costante di giocate mai banali, sempre dirette a creare superiorità numerica e scompensi nell’organizzazione passiva di Modolo e compagni. Mazzocchi, suo dirimpettaio e marcatore, ha patito le pene dell’inferno e non è riuscito ad arginare l’inventiva dell’ex clivense. Il talentuoso Sofian è stato un vero e proprio fattore all’interno del meritato successo conseguito dalla Salernitana, sotto forma di disorientanti percussioni lungo la linea laterale, ma anche attraverso repentine sterzate orientate ad ottenere una triplice opzione tecnica: il cambio di gioco sul versante opposto, la possibilità di arrivare al tiro e, aspetto ancora più importante, l’opportunità di crossare numerosi palloni nel cuore dell’area veneta, esaltando e valorizzando la pericolosità acrobatica di Milan Djuric.
Il centravanti bosniaco, autore della migliore prestazione professionale, in termini di reti realizzate, proprio a Salerno lo scorso anno, grazie alla manovra avvolgente con sbocco sulle corsie esterne pianificata da Ventura e resa possibile sfruttando le qualità tecniche di Lombardi, Kiyine e Cicerelli, potrebbe essere, al netto del turno di squalifica da scontare contro il Monza, il secondo uomo della svolta in questo appassionante rush finale. Non più, quindi, il semplice ariete spizza palloni al servizio dei compagni impegnati ad aggredire le seconde palle, inevitabilmente deficitario sul piano realizzativo all’interno di una trama calcistica sviluppata essenzialmente di rimessa, bensì un elemento capace di esaltarsi con gli spioventi provenienti dalle fasce, di incrementare lo scarno bottino personale di reti stagionali e rendere ancora più autorevole la conclusione del torneo granata. Anche perché, oltre a Kiyine e Cicerelli, lo stesso rendimento degli esterni bassi (Casasola, Jaroszinski e Veseli) ha fornito incoraggianti indicazioni sul piano dell’assistenza proveniente dai due versanti laterali. Inoltre Lombardi, devastante nello scorso campionato, sta lavorando duramente per risolvere i suoi perenni problemi muscolari e riuscire a fornire un piccolo ma importante contributo nella fase saliente della stagione. Senza dimenticare Durmisi, altro calciatore afflitto da frequenti noie fisiche, il quale ha dimostrato di possedere un piede sinistro in grado di fare la differenza a queste latitudini.
Insomma, esistono le condizioni per vedere in campo una Salernitana non più monotematica sul piano offensivo ma realmente capace di creare problemi agli avversari variando in partita diverse soluzioni di gioco, coinvolgendo gli uomini tecnicamente più dotati e rispolverando i punti di forza del bagaglio tecnico di un attaccante con le caratteristiche di Djuric. La sosta forzata del campionato sta supportando questo progetto, la ripresa delle ostilità ci fornirà le auspicabili conferme del manto erboso.
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