Prima Squadra

SALERNITANA: DAL TIRRENO ALL’ADRIATICO, UNA STORIA D’AMORE LUNGA UNA VITA

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Con incredulità e stupore ci si ritrova a poche ore dall’ultima gara della regular season.

Quella di oggi è una data rievocativa, il 10 maggio della stagione calcistica ’97-’98, dopo circa mezzo secolo d’attesa, la Salernitana veniva promossa in massima serie. La squadra traghettata dall’allora trainer Delio Rossi, agguantava un sogno. Una cavalcata trionfale che era destinata a restare nella storia per sempre. La favola chiamata Serie A durò un solo anno ed ebbe il peggiore degli epiloghi, legato non solo alla retrocessione in cadetteria, ma, dalla tragedia del treno proveniente da Piacenza, in cui persero la vita: Ciro, Simone, Peppe e Enzo. Quattro ragazzi che avevano sostenuto la Salernitana fino alla fine, quattro tifosi che oggi, potrebbero gioire nuovamente con la città di Salerno, spettatori e protagonisti – di una nuova storia – da una posizione “privilegiata”.

Durante la stagione corrente, Delio Rossi – l’allora timoniere della Bersagliera verso la massima categoria del campionato italiano – più volte è stato accostato al nome di mister Fabrizio Castori. I risultati ottenuti da quest’ultimo, di partita in partita, già dalle prime battute del campionato, lasciavano ben sperare tutti gli appassionati, al punto tale da sognare di rientrare – dopo anni d’attesa, delusioni e vana speranza – nella fatidica zona playoff.

L’evoluzione della squadra capitanata da Di Tacchio è stata più che mai inaspettata, al punto da ritrovarsi, oggi, a tre passi da un sogno.

Questa mattina, sembra ancora illusorio occupare la seconda posizione nella graduatoria cadetta. È difficile razionalizzare ciò che sta investendo Salerno e la Salernitana.

La partita che alle ore 14.00 si giocherà presso lo stadio “Adriatico” di Pescara è una sfida che sembrerebbe – su carta – una gara in discesa. I granata affronteranno un avversario già retrocesso in Lega Pro, demotivato da una stagione travagliata, durante la quale si sono susseguiti più allenatori volti a tentare di risollevare le sorti dei delfini, ormai, inabissati.

Nonostante il divario in classifica, nessun particolare andrà sottovalutato. La sfida tra le due compagini andrà vissuta intensamente ed attentamente sin dal fischio d’inizio.

La nota positiva di questa partita nevralgica sarà dettata, anche, dal ritorno in panchina di mister Castori, fortunatamente negativizzato, dopo aver vissuto momenti di distanza ed agitazione comportati dal Covid-19. Il tecnico marchigiano quest’anno si è dimostrato fondamentale per i suoi ragazzi, capace di rendere coeso un gruppo che ha saputo gettare, spesso, il cuore oltre l’ostacolo.

Oggi più che mai, la tensione è forte, l’emozione incontenibile, la pressione altissima, ma, sul rettangolo verde, la posta in palio è troppo alta per permettersi passi falsi. Ci si giocherà un’intera stagione in novanta minuti più recupero. In ballo non c’è solo il presente della società dell’ippocampo, ma anche il suo futuro.

Come recita una nota canzone, quel che sarà “lo scopriremo solo vivendo”.

MACTE ANIMO SALERNITANA.

Raffaella Palumbo

Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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