Il primo pensiero dei tifosi della Salernitana alle 15:55 del 10 maggio 2021, quando il triplice fischio dell’arbitro aveva sancito il successo della Bersagliera sul campo del Pescara per 3-0 e il conseguente ritorno dei granata in Serie A dopo 22 anni di lunga attesa, è andato sicuramente a loro quattro.
Tutti, ci scommetteremmo qualunque cifra, abbiamo rivolto una commovente rimembranza di Ciro Alfieri, Giuseppe Diodato, Vincenzo Lioi e Simone Vitale, i quattro sostenitori della Salernitana periti esattamente 22 anni fa, su quel maledetto treno di ritorno da Piacenza, laddove il giorno prima, impattando 1-1, i granata di Oddo erano retrocessi immeritatamente in cadetteria dopo una sola stagione di massima divisione.
Ciro, Peppe, Enzo e Simone erano su quel maledetto treno, assieme a migliaia di altri sostenitori, perché vollero dare il loro contributo alla ricerca della salvezza da parte della loro Salernitana. Allo stesso modo, Ciro, Peppe, Enzo e Simone, assieme a 30000 fissi ogni due domeniche, diedero il loro importantissimo contributo affinché la Salernitana di Delio Rossi riportasse l’Ippocampo in Serie A dopo mezzo secolo di assenza.
E così nel 1990 12000 spettatori sugli spalti del Vestuti (più un altro migliaio sui balconi dei palazzi circostanti), trascinarono la Salernitana di Ansaloni al ritorno in B dopo 23 anni. Indimenticabile, infine, la carovana che il 29 maggio 1966 accompagnò la Salernitana di Rosati a L’Aquila per sostenerla nella ricerca di quel pareggio nella partita ingiustamente ripetuta con gli abruzzesi che spalancò le porte della cadetteria.
Sì, ogni volta che la Salernitana ha vinto così come ogni volta che la Salernitana ha perso, il meraviglioso pubblico dei tifosi granata c’era. Gioiendo con la Bersagliera, piangendo con la Bersagliera, soffrendo con la Bersagliera. E nessun dirigente granata si era mai lamentato della presenza del pubblico accanto alla Salernitana, anzi.
Il riferimento al video che sta girando su WhatsApp nel quale Claudio Lotito afferma che una delle cause delle promozione è stata anche l’assenza di pubblico, con tanto di applauso di compiacimento da parte di una pietosissima claque, è assolutamente palese.
Un’affermazione netta e perentoria (altro che “estrazione da un contesto più ampio“, come osa cianciare qualcuno) che nella giornata di oggi, che ricorda 4 ragazzi che per la Salernitana hanno dato la vita, stride terribilmente.
Non si può scrivere che l’attuale società non sappia cosa sia accaduto quel 24 maggio 1999, visto che sono state numerose nel passato le iniziative che hanno coinvolto le famiglie dei 4 angeli granata. E appunto perché l’attuale società sa benissimo quello che accadde quel maledetto giorno, che prendiamo le parole di Lotito come un’amnesia momentanea, un vuoto di memoria da attribuire alla pesantezza della giornata di celebrazioni.
Non vorremmo davvero credere che il copatron granata pensi davvero quello che ha asserito. Sarebbe una caduta di stile non degna del personaggio.