Sono 11 le promozioni conquistate dalla Salernitana nel corso dei suoi quasi 102 anni di storia (compresa quella in Serie A dello scorso 10 maggio). Tutte belle e indimenticabili. Ma, parafrasando “La Fattoria degli Animali” di George Orwell, ve ne sarà sempre una più bella e indimenticabile delle altre. Ed è quella datata 3 giugno 1990, che riportò la Salernitana in Serie B dopo 23 anni di assenza.
Sono due i fattori che rendono quel successo in campionato superiore a tutti. In primis, la presenza di 3 Uomini nei ruoli chiave di qualunque squadra di calcio: don Peppino Soglia alla presidenza, Giancarlo Ansaloni in panchina e Agostino Di Bartolomei, alla sua ultima recita della carriera, come Capitano e leader umano, prima che tecnico, della squadra. E poi, a proposito di ultima recita, l’aver reso immortale lo stadio Donato Vestuti, l’impianto nel cuore di Salerno, che proprio in quella stagione si “preparava” a passare il testimone al nuovo stadio costruito sulla litoranea orientale.
Una promozione tanto bella, tanto indimenticabile quanto inaspettata alla vigilia. Si era infatti reduci da un campionato, quello 1988/1989, dove le aspettative erano alte ma alla fine arrivò una salvezza stentata con Leonardi, ultimo tecnico di una stagione partita prima con Soldo esonerato subito dopo il clamoroso ko in Coppa Italia di Serie C contro la Battipagliese alla prima del “Pastena” (5-1 per le zebrette) e Pasinato, passato alla storia per essere stato l’unico allenatore ad aver messo fuori rosa Agostino Di Bartolomei.
Soglia, pur ringraziando Leonardi, non lo confermò e scelse Giancarlo Ansaloni, reduce da una grande stagione a Brindisi, come nuovo allenatore. Di Bartolomei guidò la pattuglia dei riconfermati, che comprendeva Pecoraro, Di Sarno, Zennaro, Incarbona, Ferrara, Della Pietra. Il ds Franco Manni fu abile ad acquistare nei ruoli giusti quei calciatori utili alla causa. In porta arrivò Massimo Battara, a centrocampo sulle fasce Giuseppe Donatelli e come regista, durante la sessione autunnale, Ciccio Della Monica. In avanti, come centravanti, Maurizio Lucchetti.
Insomma, una squadra sulla carta molto concreta ma che non accendeva gli animi dei tifosi granata, ancora scossi dalle delusioni degli anni precedenti. Soglia provò a dare una scossa all’ambiente rassegnando le dimissioni. Funzionò. La Salernitana nelle prime otto partite ne vinse 4 e ne pareggiò altrettante, con Soglia che quindi ritornò sui suoi passi. Arrivarono 4 pareggi consecutivi, tra cui quello fondamentale del “Pinto” di Caserta per 2-2 grazie a due rigori di Di Bartolomei e 3 vittorie di fila su Ternana, Perugia e Palermo.
L’inizio del 1990 fu il preludio dell’unico periodo negativo di quella stagione: in cinque partite, a cavallo tra la fine del girone d’andata e l’inizio di quello di ritorno, la Salernitana non riuscì a vincere, perdendo lo scontro diretto con il Taranto per 2-0.
Il 18 febbraio 1990, il pirotecnico successo per 6-4 sul Campania Puteolana fu l’inizio della svolta. In otto partite, la Salernitana collezionò 7 successi e 1 pareggio. 15 punti che consentirono di superare l’altra mini-crisi culminata nella clamorosa sconfitta interna per 2-0 contro il Palermo alla terzultima di campionato.
Un ko che avrebbe potuto ammazzare psicologicamente un bue. Anche perché, contemporaneamente, la Casertana liquidava il Taranto per 3-0. La classifica, al termine di quella partita, recitava Taranto in testa con 45 punti, Salernitana seconda a 43, Casertana terza a 42 e Giarre quarto a 41.
Domenica 27 maggio 1990, 33/a e penultima giornata del torneo di Serie C1 girone B 1989/1990. Il Taranto ospitava allo “Iacovone” la Ternana già tranquilla, Giarre-Casertana era un autentico spareggio e la Salernitana era di scena al “Fanuzzi” di Brindisi, l’ex squadra di Ansaloni in piena corsa salvezza.
L’impianto pugliese si trasformò in una succursale del “Vestuti”. E, in una partita decisiva, toccò al Capitano mettere il sigillo. Al 43′, gol partita di Agostino Di Bartolomei e la Salernitana espugnò 1-0 Brindisi. Contemporaneamente, il Taranto liquidò la Ternana 2-1 e conquistò la promozione in Serie B, mentre la Casertana cadde a Giarre 2-0.
Bastava quindi un punto contro il Taranto già promosso per accompagnarlo in B. Quel punto avvenne il 3 giugno 1990. I 90 minuti tra i granata e i pugliesi non ebbero storia e furono solo una parentesi nella festa granata, concludendosi su uno 0-0 che accontentava tutti. Era fatta. La Salernitana era finalmente in B dopo 23 lunghi anni di attesa. Ecco, il tempo. Forse, ragionandoci sopra, un altro fattore oltre ai due già scritti che fanno sì che la promozione del 1989/1990 è e sarà sempre la più bella.
Tempo di lettura: < 1 minutoGrande emergenza per Stefano Colantuono in vista del match esterno…
Valerio Crezzini della sezione di Siena dirigerà la gara tra Sassuolo e Salernitana, in programma…
Per la quarta volta nella sua carriera, Stefano Colantuono torna sulla panchina della Salernitana e…
Ora è ufficiale: Giovanni Martusciello è stato sollevato dall'incarico di allenatore della Salernitana. Lo ha…
FIORILLO 6: mai impegnato in novanta minuti, registra la disinvoltura con la quale gli avversari…
La Salernitana ospita il Bari nella partita che chiude la 13/a giornata di Serie B…