Con l’ingaggio di Federico Bonazzoli, ventiquattrenne attaccante di proprietà della Sampdoria, la Salernitana aggiunge finalmente un tassello di qualità ad un mosaico che, al momento, presenta diverse
lacune sul piano delle abilità tecniche. Considerato un predestinato del pallone, con l’esordio in Coppa Italia a sedici anni con la maglia dell’Inter e dopo aver realizzato tanti gol nelle formazioni giovanili nerazzurre, il nuovo attaccante a disposizione di Castori cercherà di incontrare a Salerno l’annata della svolta professionale.
Il suo ingresso nel calcio professionistico – al netto di una manciata di minuti disputati con i nerazzurri milanesi – risale alla stagione 2015-2016, quando viene ingaggiato dalla Sampdoria, squadra nella quale strappa un modesto minutaggio prima di trasferirsi in B e indossare la maglia del Lanciano. Anche in Abruzzo il ragazzo trova poco spazio e realizza appena un gol. La stagione si conclude con una dolorosa retrocessione, figlia della doppia finale play out disputata e persa proprio contro la Salernitana.
Il neo acquisto granata sa perfettamente che bisogna stringere i denti e lavorare duro per non disperdere il talento cristallino esibito appena qualche anno prima. Allora accetta la corte del Brescia (serie B 2016-2017) e spera di trarre giovamento dal ritorno a casa, essendo egli nato nella vicina Manerbio. I miglioramenti cominciano ad intravedersi, sia come minuti giocati (supera abbondantemente i 1000 minuti), sia in termini di maggiore concretezza nei pressi delle porte avversarie (2 gol realizzati e 2 assist vincenti).
Sprazzi dell’estro giovanile che fanno concentrare su di lui l’interesse della Spal (stagione 2017-2018), neopromossa in serie A. Ma anche a Ferrara gli spazi per mettersi in mostra ritornano ad essere angusti;
solo una presenza da titolare, al fianco di Paloschi, nella gara contro il Chievo Verona.
Ventuno anni sono ancora pochi per arrendersi, soprattutto quando si possiede talento, ed allora Bonazzoli ritorna in cadetteria ed affida al Padova (stagione 2018-2019) le chance di imprimere una svolta alla
sua carriera. Il campionato personale risulta sostanzialmente positivo, come testimoniano le 37 presenze impreziosite da 8 reti e 3 assist vincenti.
Il balsamo della fiducia e dell’autostima leviga lo spirito del creativo calciatore lombardo, al quale la Sampdoria concede l’opportunità di esibirsi con maggiore frequenza in massima serie, nella stagione 2019-2020. Bonazzoli inizia il torneo sapendo che dovrà lottare centimetro su centimetro per lasciare il segno e consolidare la sua fase di crescita. Ed alla fine riesce a raggiungere l’obiettivo minimo di partenza, realizzando 6 reti pur non giocando molto.
Infine, storia recente (2020-2021), il passaggio al Torino, dove la concorrenza di Belotti, Zaza e Sanabria rappresentano una bella montagna da scalare. Bonazzoli, che ormai conosce la politica dei piccoli passi e
l’importanza dell’entusiasmo lavorativo quotidiano per restare sul pezzo, ancora una volta non gioca molto ma riesce a timbrare il tabellino dei marcatori in due occasioni.
A Salerno, finalmente, si presenta per lui l’occasione di diventare autentico protagonista, supportato da una consapevolezza maggiore e dalla giusta mentalità che deve accompagnare un professionista ormai maturo.
Dal punto di vista tecnico-tattico, Bonazzoli è un mancino dal piede educato, in possesso di ottimo tiro e buona visione di gioco da mettere al servizio dei compagni.
Pur supportato da discreta fisicità e buone abilità nel gioco acrobatico, egli fornisce maggiori garanzie quando ha la possibilità di regalare pochi punti di riferimento alle difese rivali. Ama giocare con e per la squadra, oltra ad avere l’estro e la personalità necessari per tirar fuori dal cilindro la giocata in grado di spaccare la partita, soprattutto quando parte da destra, a piede invertito, per accentrarsi e andare al tiro o servire nei corridoi gli altri calciatori di movimento che attaccano gli spazi.
Abile sui calci piazzati, non molto rapido e veloce sul piano del dinamismo, sicuramente lo è di testa nel concepire la giocata. Sia nel 3-5-2 di Castori, sia nel 4-4-2, modulo alternativo del trainer marchigiano, il nuovo attaccante granata può recitare solo ed esclusivamente all’interno del binomio offensivo.
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