Un’attesa infinita. Tre mesi interminabili, tortuosi e ricchi di emozioni, spesso contrastanti, ci hanno separato dalla giornata che, oggi, vedrà la Salernitana, nuovamente protagonista tra le grandi. Dopo ventitré anni la squadra dell’Ippocampo ha restituito alla città di Salerno la gioia della massima serie. Un evento vissuto con consapevolezza, entusiasmo e speranza. Una gioia, a tratti, eclissata a causa dell’assenza momentanea di una proprietà che possa trasmettere certezze e sicurezze a tutti coloro che abitano e/od orbitano il pianeta Salernitana.
Il tempo, come il più delle volte accade, dispenserà le risposte che ad oggi sono – in parte – assenti, interpretabili, confuse, incomplete ed aleatorie.
Tra le poche certezze, però, risulta esserci il fischio d’inizio che alle 18.30 darà il via alla prima partita di campionato dei granata. La truppa di mister Castori sarà di scena al Dall’Ara di Bologna contro i rossoblù del tecnico Mihajlovic.
Da quest’oggi, la Salernitana sarà chiamata a fronteggiare un campionato difficile, volto a conquistare un tassello epico per la storia granata: la salvezza in serie A.
Con la nuova stagione riprende anche la rubrica “Food Zone”, legate all’arte culinaria. Oggi, nello specifico, daremo lustro ad una pietanza legata al capoluogo dell’Emilia-Romagna. Il piatto in evidenza prevede le tagliatelle alla bolognese.
Esiste una leggenda legate alle tagliatelle: si narra che queste furono inventate nel 1487 dal Maestro Zafirano, un cuoco del paese di Bentivoglio, in occasione del matrimonio di Lucrezia Borgia con il Duca di Ferrara. Si narra che il cuoco si ispirò ai bellissimi capelli lunghi e biondi della sposa per cerare questa rivoluzionaria pasta fresca che, nel tempo, deliziò sia i palati dei nobili che dei contadini.
Inoltre, la pasta fresca nella regione emiliana veniva realizzata da una figura emblematica: la sfoglina. Quest’ultimo, era il nome che veniva attribuito alle donne che si occupavano della realizzazione di varie tipologie di pasta fresca. Inoltre, presso le locande si sceglieva strategicamente di lavorare la pasta rigorosamente accanto ad ampie vetrate, metodo volto ad innescare suggestione e ad invogliare i passanti ad acquistare.
A Bologna il condimento per eccellenza per la pasta fatta in casa era – ed è tutt’oggi – il ragù alla bolognese. Il termine deriva dal francese ragôut, che significa risvegliare, dare più sapore, rinnovare il gusto. Il ragôut è uno stufato nutriente che vede come ingredienti principali la carne e le verdure, rigorosamente tagliati a pezzettini e cucinati molto lentamente.
Buon appetito e buon campionato SALERNITANA!
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