Il gioco del calcio si esprime attraverso una doppia fase, difensiva ed offensiva, e il risultato positivo, quasi sempre, è la logica conseguenza della corretta applicazione di entrambe. Se attraverso la compattezza collettiva riesci a svolgere bene la prima, senza però produrre nulla quando sei chiamato a portare insidie agli avversari, dal rettangolo verde esci con un esito importante solo se quella coesione sei bravo a conservarla perfettamente per l’intera durata del match. Chiaramente, la capacità di non consentire ai rivali di turno di sbrecciare prima e perforare poi il muro che hai pazientemente eretto, dipende in gran parte dalla qualità tecnica e dall’estro che i tuoi dirimpettai sono in grado di sviluppare nell’arco della gara.
Non bisogna esser severi nei confronti di Di Tacchio e compagni, perché per un tempo intero, pur soffrendo la pressione esercitata dalla Roma, sono stati quasi sempre ordinati e poco hanno concesso ai loro colleghi supportati da uno spessore tecnico e carismatico decisamente superiore. Il 5 4 1 di Castori, nei primi quarantacinque minuti, ha inquietato non poco Josè Mourinho, con i talentuosi calciatori capitolini incapaci di andare oltre un possesso palla prolungato ma sterile e qualche fisiologico cross che non ha generato particolari apprensioni alla retroguardia di casa.
La formazione giallorossa, denotando personalità e sicurezza nei propri mezzi, ha avuto il merito di restare calma e non lasciarsi prendere dalla frenesia, ben sapendo che la fortezza granata, presidiata da ben nove uomini dietro la linea del pallone, prima o dopo avrebbe lasciato un varco in cui infilarsi per approfittarne, colpire e adagiare il match su un piano inclinato.
E la distrazione fatale è arrivata puntualmente, al minuto tre della ripresa, con Aya e Gyomber, fino ad allora quasi impeccabili, che hanno spalancato un’invitante prateria a Pellegrini, il quale non si è fatto pregare per percorrerla rabbiosamente e passare all’incasso con un potente diagonale di sinistro che non ha risparmiato Belec. Solo a partire da quel momento, la differenza di valori, tanto temuta alla vigilia, è esplosa rumorosamente ed ha scarnificato progressivamente i ragazzi di Fabrizio Castori. Perché la Roma, affrancatasi della paura di lasciare due punti preziosi per strada, da grande squadra qual è ha annusato il sangue dell’avversario ferito ed ha inferto immediatamente il colpo di grazia con la seconda realizzazione di Veretout, un condensato di rapidità d’esecuzione, gioco senza palla e passaggi effettuati con tempismo e precisione chirurgici.
La gara è finita lì, la Salernitana, povera di soluzioni offensive, ha provato confusamente ad affacciarsi nella metà campo giallorossa, ma l’unico risultato ottenuto è stato quello di perdere le distanze tra i reparti e consentire alla Roma di dilagare.
La sosta sarà provvidenziale, come una pioggia torrenziale che scaccia la siccità. Il campionato ha appena emesso i suoi primi vagiti, le difficoltà incontrate dalla Salernitana non sorprendono nessuno. Perché in tutti i tifosi granata, alla pari del settore tecnico, è bene impressa la consapevolezza di dover rinforzare l’organico con almeno quattro calciatori importanti da ingaggiare nelle prossime quaranta ore. Le ultime a disposizione del ds Fabiani per cancellare le colpevoli omissioni tecniche emerse e impedire che l’ agognata serie A non si trasformi in un penoso calvario.
Un centrale difensivo solido e già collaudato per la massima serie, un esterno destro di quantità e qualità, un centrocampista completo, dotato di fisicità e dinamismo ma anche in possesso della giocata capace di spaccare la partita, e, infine, un attaccante estroso e prolifico che parli lo stesso linguaggio calcistico di Bonazzoli e sappia garantire rifornimenti adeguati all’ultimo arrivato Simy. Sperando che il bomber nigeriano, dopo la sosta, sia accompagnato da una condizione mentale ed atletica che lo aiuti ad essere il bomber ammirato per anni a Crotone.
Con i nuovi e indispensabili innesti, dando per scontato che arriveranno, lo stesso Castori dovrà comprendere in fretta, per preservare la serie A, che sarà necessario vincere almeno le partite affrontate contro le ‘squadre alla portata’. Pertanto, occorreranno idee e maggiore intraprendenza, senza le quali difficilmente la Salernitana riuscirà a depositare il pallone nelle porte altrui.
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