Editoriale

Torino – Salernitana: le vent nous portera

Tempo di lettura: 2 minuti

“Sulla Topolino amaranto si sta che è un incanto”.

Mai mezzo di locomozione fu più obsoleto, in realtà. Eppure, checché ne dica il calendario, è di strettissima attualità: vuoi per l’acronimo della casa di produzione, vuoi per la tappa che lampeggia sullo stradario. Torino.

È trasferta di fuliggine e ciminiere, ha il parafango scalcinato delle cose perdute. Sarà che, tutto sommato, siamo poco abituati ad Hammer e Cadillac, men che meno alle Lamborghini.

Familiarità, per noi, è scoppio di marmitta e bestemmia a denti stretti. Insomma, quel rituale introspettivo che accompagna noi fottuti mortali dal primo sbuffo del motore all’eccoci. Finalmente.

Non conosciamo altro modo di seguirla, combattendo noi stessi, il contachilometri e Lei.

Volge al termine la settimana in cui Salerno ha fatto arrossire le gote al mondo, forte di un generale transalpino che ha preferito il sudore ai galloni.
Franck ha scelto, ci ha scelto: basterebbe questo per chiudere il libro, stropicciarsi gli occhi e sospirare per la troppa grazia ricevuta.

Non siamo abituati, è già stato detto. Eppure, una lepre d’Oltralpe ha deciso di abbandonarsi alla legge della sfera di cuoio, rispedire al mittente le avances dei paradisi fiscali e buttare sangue e veleno qui in provincia. Con la smorfia di sempre e il numero di maglia più amato dai cantautori.

Fonte foto: U.S. Salernitana 1919

Le incertezze sono tutte lì, sul prato. Una coperta troppo corta per ripararsi dal Libeccio.
Ma, sosta delle nazionali permettendo, continuiamo a fendere la penisola: dall’Irno al Reno, passando per il Po.

Si è tanto parlato, in queste ore, di ciliegina senza torta: qui si punta oltre. Ribéry è ostrica e aragosta, è caviale accompagnato da Champagne millesimée. Servito, tuttavia, su una tavola di ponte. Nel ronzio di una bettola, al chiaroscuro balbettante di un neon.

Servirà rimboccarsi le maniche della giacca e alzarsi il bavero, ché i punti già pesano. Contro un avversario blasonato, sì, ma pur sempre gestito alla buona. L’imprenditore – vous savez – bada al grano, non alla dignità del Popolo e della Storia.

Di parole ne abbiamo spese troppe, tante altre seguiranno. L’occasione fa l’uomo ladro e noi, marinai di ventura, contendiamo centimetri di spuma alla risacca.

Bon vent, Salernitana.

Alfredo Mercurio

Nato nel '90. Due passioni governano i moti del cuore e, molto spesso, confluiscono l'una nell'altra: Salernitana e poesia.

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