Editoriale

Una sconfitta amara ma ricca di proprietà benefiche come le arance

Tempo di lettura: 4 minuti

“Non esisiste sorriso che non abbia conosciuto amarezza.”

Il risveglio di questa domenica settembrina è accompagnato da un velo di amarezza. La sconfitta di ieri sera ha appesantito la nottata di tutti gli appassionati dell’Ippocampo. Le palpebre si sono chiuse con lentezza e senza serenità. L’1 a 0 contro l’Atalanta è stato indigesto, insperato, immeritato.

Con sorpresa la tenacia dei ragazzi di Castori ha messo in difficoltà la squadra orobica che da anni occupa posizioni di estremo rispetto nella classifica della massima serie. Contro la compagine di Gasperini la Salernitana ha maturato la quarta sconfitta consecutiva da inizio stagione, la prima, però, che lascia ben sperare.

Perdere, stavolta, ha avuto un sapore differente… amaro ma, non troppo! Il retrogusto della sconfitta, nonostante tutto, si è lasciato apprezzare. Infondo, la delusione è stata limata dalla bella prestazione.

Ecco che sorge, quindi, una sorta di parallelismo con la ricetta che vi presenterò oggi.

La ricetta che caratterizzerà la nostra domenica – in vista dell’autunno – vedrà come protagonista la marmellata di arance amare. Il suo sapore non è apprezzato immediatamente. Spesso ci si lascia condizionare ed impressionare dalle apparenze, senza andare a fondo, senza provare, senza analizzare, non sperimentando. È proprio così che possiamo rischiare di perdere tante buone occasioni per ricrederci, per essere smentiti, per essere positivamente sorpresi.

Scopriamo il prodotto più nel dettaglio.

Le arance amare a differenza dell’agrume tradizionale, presentano un gusto particolarmente deciso e marcato. La loro diffusione è legata alla popolazione araba, intorno agli anni 1000, la importarono all’interno del territorio siciliano e in quello spagnolo.

L’arancio amaro rispetto al frutto più dolce, ha – al suo interno – la caratteristica presenza di spine allungate rispetto all’ascella del fiore, conserva, inoltre, una profumazione più intensa.

La ricetta è versatile, può essere chiamata in causa in tantissime occasioni. Ad esempio, risulta ottima con il salato: abbinarla ad un tagliere di formaggi o spalmarla in un panino potrebbe suscitare in chiunque un’esperienza sensazionale non da poco.

C’è, in più, una leggenda in proposito alla marmellata in questione: si narra che la regina spagnola Caterina d’Aragona, sposando il re d’ Inghilterra Enrico VIII, riuscì a superare la lontananza dalla sua amata terra solo grazie alla preparazione della marmellata di arance che conservava i profumi ed i sapori dei luoghi della sua infanzia. Ogni qualvolta che apriva un barattolo, veniva impregnata ed inondata da intensi odori che la riportavano nella sua terra natia: Siviglia

MARMELLATA DI ARANCE AMARE

Ingredienti


-2 kg di arance amare di Siviglia non trattate
– 3 litri di acqua
– il succo di 2 limoni
– 3 kg di zucchero

Preparazione

PREPARAZIONE

Lavare molto bene le arance, grattarle un po’ per eliminare ogni eventuale traccia di cera. Poi, con un coltellino affilatissimo, tagliare la buccia superficiale, color arancio, facendo attenzione ad asportare il meno possibile la scorza bianca.

Pelare i frutti al vivo, asportando tutta la parte bianca; il modo più semplice è tagliare via le due calotte, piantare una forchetta in una di esse e tagliare poi la parte bianca, sempre col solito coltellino molto affilato.

Una volta pelate tutte le arance, tagliarle a fette e pesarle, facendo attenzione a conservare il succo.

Metterle in una terrina a macerare per un po’ con il succo dei limoni.

Le scorzette vanno tagliate a julienne, poi immergerle in una pentola piena d’acqua bollente e lasciarle a sbollentare 10 minuti.

Scolare dalla prima pentola le scorzette, metterle in una seconda pentola di acqua bollente, dove rimarranno per altri 10 minuti, prima di venir scolate definitivamente.

Ora sono pronte per arricchire la marmellata.

In una pentola di acciaio inossidabile mettere insieme lo zucchero e l’acqua. Far scaldare a fuoco medio fino a che lo sciroppo non diventerà limpido.

A questo punto, immergere prima le scorzette e poi la polpa delle arance ed iniziare la fase di cottura, che durerà da una a due ore (dipende da quanto sugosi sono i frutti).

In ogni caso la prova principe di cottura completa resta la goccia che si addensa subito sul piattino freddo da frigorifero. Ecco come si presenta la marmellata pronta per essere invasata. Invasare a caldo e riporre i vasi a testa in giù per creare il sottovuoto.


Buona Domenica e buon appetito.

Raffaella Palumbo

Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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