Sabato sera, quando la partita con l’Atalanta era terminata da pochissimo, il primo pensiero di tutti è stato: se col Verona arriverà la stessa prestazione, la vittoria non sfuggirà. Vero in parte. Che la Salernitana debba ripetere e, magari, in certi aspetti anche migliorare quanto fatto vedere con l’Atalanta è la condizione indispensabile per poter sperare di arrivare al giro di boa con concrete speranze di salvezza che solo l’auspicato ed indifferibile cambio al timone del club potrà alimentare con un mercato di gennaio all’altezza della situazione.
Tuttavia, proprio la gara di sabato ha confermato quanto sia dura e spietata la serie A: puoi metterci il cuore finché vuoi, ma se ti distrai un attimo è finita. Anche e soprattutto perché la Salernitana, che pure è stata coraggiosa, aggressiva e propositiva come non mai, da tre gare non va in gol.
I numeri non mentono mai e vanno analizzati per capire meglio quali siano i pregi ed i difetti di un gruppo che s’è galvanizzato per la presenza di Ribery, ma che deve ancora crescere tanto per colmare il gap tecnico che lo separa da tante altre squadre. Il Verona arriverà all’Arechi carico e rinfrancato dopo il debutto col botto in panca di Igor Tudor contro la Roma.
La vittoria sui giallorossi di Mourinho, che a Salerno avevano dato una chiara dimostrazione di forza, conferma da un lato che in massima serie anche le piccole possono fare lo sgambetto alle grandi, a patto di avere il giusto atteggiamento, e dall’altro che il Verona è squadra con risorse e qualità tecniche e caratteriali importanti. Definire quella di oggi pomeriggio la prima sfida alla portata nel cammino che finora ha contraddistinto la Salernitana potrebbe servire ad indorare la pillola, ma potrebbe anche essere fuorviante perché, se è chiaro che l’obiettivo debba essere la vittoria, va detto che la stessa non sia affatto scontata.
Ci sarà da lottare e da soffrire. Cosa che Castori sa benissimo. Se anche il pubblico avrà questa consapevolezza, riuscendo a garantire sostegno e carica alla squadra senza metterle pressione eccessiva sulle spalle, allora ci saranno le condizioni ambientali giuste per provare a far valere le proprie ragioni. Il tifo granata sarà caldo e passionale come da tradizione, anche se il vice presidente della Regione, Bonavitacola, ha stigmatizzato il comportamento dei tifosi in curva sud, colpevoli di aver ignorato le regole di distanziamento sociale. La legge è chiara, per carità, ma lo stadio vive di passioni e pulsioni, è un luogo che da sempre racchiude un piccolo, grande universo parallelo. La Salernitana finora non ha mai segnato in casa. Dovesse farlo oggi, chi rinuncerà ad abbracciarsi?