Editoriale

Tasso tecnico basso per la A. I gol di Simy, il recupero di Ribery e una nuova società per continuare sperare

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Non occorre il responso dell’Oracolo di Delfi per sapere che in serie A, per procedere con convinzione verso la meta salvezza, sono importanti soprattutto mezzi tecnici notevoli e personalità spiccata.
La fisicità, le doti atletiche, il temperamento e l’abnegazione tattica sono elementi altrettanto significativi, ma da soli non riusciranno mai a risultare decisivi in una contesa del maggiore campionato calcistico nostrano.

La gara contro lo Spezia ha messo a nudo questa inattaccabile realtà, per l’ennesima volta in stagione. I liguri infatti, nonostante la precaria posizione in classifica e le undici assenze, hanno mostrato di possedere un tasso tecnico medio superiore rispetto a quello in dote alla Salernitana.

Non si tratta di nomi altisonanti, ma di registrare un numero corposo di calciatori, molti dei quali ancora giovani e con un’esperienza da consolidare, in grado di tentare la giocata, di saltare l’uomo e velocizzare la circolazione del pallone. Strelec, Kovalenko, Salcedo, Maggiore, Verde, Manaj, Antiste, Pogdoreanu, con la loro vivace autostima, hanno accantonato preoccupazioni legate ad un organico incerottato, domando con la continuità delle loro estrose iniziative la resistenza degli uomini di Castori basata sulla prestanza fisica e l’agonismo.

I granata, orfani del carisma qualitativo di Ribery, sono apparsi immediatamente monchi dal punto di vista della creatività e, quindi, impossibilitati nel pianificare un match capace di deviare dal consueto copione intriso di volontà, rigore tattico, determinazione agonistica, podismo e vigore atletico. Pregi che, come è spesso capitato in questo iniziale scorcio di torneo, hanno una loro valenza fin quando l’incedere spedito dei minuti non li depotenzia per liberare spazio a momenti di sfiducia, al disordine strategico, a frustrazione e stanchezza crescenti e, soprattutto, a una carenza di idee offensive che rende ancora più oggettivo il deficit strutturale su questo versante.

Pertanto, nulla si può rimproverare agli umili e battaglieri calciatori granata, i quali stanno dando il massimo per onorare la maglia, in un campionato bello e affascinante ma tremendamente difficile da portare avanti, in un contesto di sostanziale precarietà gestionale e di approssimazione tecnica.

La vittoria con il Genoa, ottenuta prima della sosta, è stata fondamentale, perché ha permesso alla squadra di spezzare il fiato corto cagionato da una classifica ansiogena. Ma la ripresa, dalla quale si attendeva l’inizio di una continuità di risultati da ottenere con le pari grado prima di affrontare match altamente proibitivi sulla carta, è riuscita a riportare tutti con i piedi sulla terraferma e, purtroppo, ad alimentare la timorosa consapevolezza di un organico che dovrà superarsi, strada facendo, per mantenere viva la flebile possibilità di custodire gelosamente la categoria.

La gara di La Spezia, però, ha anche fornito il dato positivo delle potenzialità realizzative di Simy. Il ragazzo sta entrando in condizione ed il gol realizzato in Liguria è un piccolo gioiello di freddezza e qualità tecnica. Una prestazione, la sua, che ha palesato anche un’indubbia capacità da assist man, come testimoniano i due ottimi palloni serviti a Kastanos e Djuric. Le speranze di preservare la serie A, inutile girarci intorno, sono legate all’abilità finalizzatrice del nigeriano e alla capacità di rifornirlo custodita nei piedi di Franck Ribery.

In attesa di novità sul fronte societario che rivitalizzino l’entusiasmo della tifoseria e regalino prospettive diverse anche nell’ottica di un necessario e robusto potenziamento tecnico da realizzare nella sessione invernale del calciomercato.

Dopo l’inatteso tonfo in terra ligure, diventano assolutamente fondamentali i prossimi centottanta minuti. All’Arechi sarà ospite lo sbarazzino Empoli di Andreazzoli, prima di muoversi alla volta di Venezia. Nessuna partita può essere ritenuta semplice da questa Salernitana, ma i calciatori granata dovranno superarsi per aggiungere punti pesanti alla loro anemica graduatoria. Per toccare quota 36/37, che rappresenta la probabile soglia sulla quale edificare la sopravvivenza in massima serie, bisognerà procedere a passo più spedito nelle undici gare che separano la squadra dalla conclusione del girone d’andata e dai propositi legati ad un’auspicabile revisione della rosa. Se si vuol evitare che anche la parola speranza perda definitivamente significato.

Maurizio Iuliano

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