Il turno dei derby normali e anche paradossali.
I derby societari in massima serie, per mezzo di leggi che spezzano le emozioni, di un popolo affamato di calcio che non vuole smettere di sognare.
Tracce di rosso in quel di Genova, dove il cambio di società non ha influito positivamente, poichè il Grifone non sa più vincere.
Al “Castellani” in trasferta, alla ricerca di una gioia che, ormai, manca da troppo tempo.
Un bianconero diverso, i colori spezzini incrociano i granata, in un “Picco” infuocato e pronto a spingere, fuori dal buio, i ragazzi di Motta contro i granata.
Da Baggio a Pepito Rossi, non sarà mai una sfida qualunque.
Torino un teatro, dove il giglio non ha paura, di mettere alla corde una “Vecchia Signora” in serie difficoltà.
Azionare la magia, senza guardare chi si ha davanti, un imperativo che obbliga i rossoblù a reagire.
In Sardegna una Dea brillante, in cerca di punti per agguantare l’Europa che conta.
Qualche fischio dalle parti di Roma, uno scricchiolio di troppo disunisce un gruppo solido, chiamato alla svolta per non perdere il treno.
Verso la laguna, dove una squadra dimostra di essere all’altezza, di quel palcoscenico chiamato serie A, dove sfilano i più grandi.
Uno striscione, il morale basso e meccanismi che non funzionano.
Il fattore casa, le mani unite e un solo obiettivo per i doriani.
Vincere per risalire ma senza sottovalutare, quel Bologna che, con una vittoria, potrebbe sognare qualcosa di ghiotto.
Ancora a secco dopo diverse giornate, in cerca di una vittoria tra le mura amiche della “Dacia Arena”, per evitare di crollare sotto i colpi di Dionisi.
Sdoppiamento in corso?
Paradossale solo a pensarci, l’incrocio tra due formazioni appartenenti ad una sola persona.
Granata imbufaliti da un “trust” che impedisce la passione, ma altrettanto carichi per cavalcare l’onda, in un Olimpico dove si può scrivere una pagina di storia.
Le gioie europee e al comando con merito, sugli spalti un sogno da inseguire, con le mani che accompagnano Spalletti e i suoi.
Napoli che guarda negli occhi Tudor, con un solo risultato in mente: “Vincere”.
Chiudere il cerchio, con una Milano divisa in due fazioni.
Colori e sfottò, cori e tanta ansia, per un classico del nostro calcio che promette spettacolo.
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