Alle 18 di questo pomeriggio si giocherà una partita che, solo pochi mesi fa, sembrava impossibile potesse disputarsi. Non perché i meriti o i demeriti sportivi dell’una e dell’altra protagonista del confronto in programma oggi all’Olimpico non potessero consentirlo, ma c’erano regole chiare che non potevano essere ignorate.
Alla fine, sono state rimodulate per consentire a Salerno di non perdere la categoria, la Serie A attesa oltre vent’anni, e ai proprietari della Salernitana di non essere <<espropriati>>, come più volte Lotito e Mezzaroma hanno affermato.
Oggi Lazio e Salernitana si trovano difronte, ma la sensazione che per la squadra granata non ci sia stato ancora un definitivo distacco da una certa gestione non è stata certo indebolita da ciò a cui finora abbiamo assistito. E la presenza massiccia della tifoseria granata all’Olimpico avrà un valore speciale: sostenere la squadra, ma anche salutare il vecchio patron è la molla che ha spinto tanti a recarsi oggi nella Capitale. Sarà un grido d’amore, ma anche di libertà perché la Salernitana ha bisogno di uscire anche dalle maglie troppo strette in cui è stata infilata a luglio con la benedizione della Figc. Il presidente federale, Gravina, ha avuto tanto da fare in questi mesi, ma ha sempre assicurato di non aver perso di vista la questione e si spera che possa davvero vigilare e garantire affinché nel calcio italiano non accada, per la seconda volta in pochi mesi, qualcosa di mai visto prima. Al di là delle parole, infatti, ancora troppo poco è cambiato da queste parti.
In campo e fuori, le scelte ed il modus operandi non hanno ancora dato seguito a quanto è stato detto, scritto, sancito e promesso all’atto del trust perché la Salernitana, sebbene Lotito e Mezzaroma ora siano distanti da Salerno, resta ancora ingessata in un istituto giuridico che tutto garantisce meno che la vita futura del club, le sue prospettive di crescita e la realizzazione di obiettivi sportivi che dovrebbero essere prioritari per un club che si è trovato, quasi senza accorgersene, in massima serie.
Per potersi salvare e proseguire la sua esperienza in Serie A, infatti, la Salernitana ha bisogno non solo di rinforzi in campo, ma soprattutto di una nuova proprietà che le dia una struttura più forte e meno precaria. Il 15 novembre si avvicina e, dopo aver ascoltato e letto le dichiarazioni di Lotito e Mezzaroma ed anche quelle del diesse Fabiani, ai tifosi interessa sapere dai trustee come stiano le cose. Oggi parlerà il campo: sulla carta, la Lazio di Lotito è superiore per qualità tecnica alla Salernitana figlia del trust, ma le partite vanno sempre giocate. In seguito, però, dovranno parlare i fatti: la cessione è l’unica via che possa aprire dinanzi alla società granata prospettive di crescita.