Abituati a certi ritmi, costretti a ricrederci perché non fanno paura le capolista.
Allora ascoltiamo il verbo di ogni allenatore, che invita a non temere, l’avversario che, una volta battuto, rinforzerà il nostro animo.
Certezze, ritmi e automatismi, sono gli ingredienti di cui Gasperini ha costantemente bisogno, perché l’incantesimo mostrerà un’altra “manita” al pubblico del Gewiss Stadium.
In una nuvola di fumo, nel tentativo di offuscare la vista ai bianconeri, Sarri incontra un passato con il quale l’amore non è mai sbocciato.
Cinismo e identità battono il “Sarrismo”, grazie a due perle dagli undici metri.
Al “Franchi” sventola il giglio e tante bandiere rossonere, si alza un vento viola che spinge e regala magie per un’ora di gioco.
Proprio dal blackout gigliato, compare improvvisamente una luce di classe, e purtroppo non basta.
Ibrahimović gela e Vlahović riaccende il fuoco, regalando a Firenze una serata magica.
Nell’atmosfera nero-verde, è di Keita il gol da cineteca che brilla in questo turno.
Dai dischetti poi la freddezza, inchiodando il risultato su una X che crea fin troppo rammarico.
Da Salerno una voce di aiuto, quella di tifosi stanchi nonostante la forte passione.
Inadeguati per la categoria, ma vincenti sugli spalti, costretti a subire umiliazioni troppo grandi che, una piazza come Salerno, non meriterebbe mai.
Il solito guizzo, un regalo ai lagunari targato Okereke, con un Venezia corsaro al “Dall’Ara”.
Un’altra caduta, proprio alla “Scala del Calcio”, dove Inzaghi impone il ritmo, facendo brillare lo scudo sul petto.
Non basta il cuore, perché è un Napoli incerottato quello che esce da “San Siro”, in una serata che non premia gli azzurri nonostante la perla di Dries Mertens.
Viviamo e sogniamo, quel momento che un giorno vivremo sotto i riflettori.
Tutto vero, fin troppo bello e quasi irreale, ed è bellissimo assistere a quegli abbracci, ad un ragazzo giovanissimo con un gran coraggio.
Già, è proprio Felix Afena-Gyan, il Re nella notte di Marassi.
In un lunedì si chiude il cerchio, con il Bentegodi che esulta sul finale, e un Toro che torna a gioire, mostrando il suo cuore tutto granata.