Ancora prove di fuga, ma niente è ancora certo.
Sarà opportuno attendere, perché ai piani alti non c’è traccia di dominio assoluto.
Finalmente una gioia in casa Lazio, nel bel mezzo dei chiacchiericci ecco tre luci, targate Pedro, Acerbi e Zaccagni.
Grifone assai ferito, costretto ad aggrapparsi alla finestra di mercato, per evitare di cadere nella serie cadetta.
A Salerno un velo di tristezza che copre la passione, seppellita viva mentre viene chiesto un aiuto, con nerazzurri a valanga come non mai su un cavalluccio indifeso.
Dura, troppo dura, ma qualcuno fermi questo strazio, perché al calcio serve il calore di una piazza calda come quella granata.
Lo avreste mai detto? Eppure è successo davvero, con una vittoria che pesa come un macigno.
La bellezza del calcio è proprio questa, con un poker imprevedibile che stende la Dea, e rilancia in classifica la “magica Roma” di Mou.
Nella nebbia, con un chiaro rischio di rinvio, una Signora senza paura e armata di freddezza, con il guizzo di Morata e il capolavoro di Cuadrado.
Nella casa dei rossoblù, lo show friulano che cala il secondo poker di giornata, mentre i tifosi imbufaliti chiedono il rispetto che Cagliari merita.
Alla vigilia qualcuno sapeva già, che l’incrocio tra filosofie avrebbe partorito un grande spettacolo, nel tempio del Franchi dove si sente un urlo chiaro.
La voglia di Vlahović è chiara, ossia quella di vincere, mostrando sempre quella fame che piace al popolo viola.
Al “Picco” due autogol stabiliscono la parità, come a “Marassi” tra i blucerchiati e i lagunari.
Gioia “Pobega” che conquista il cuore granata, contro un avversario ostico, scavalcando quest’ultimo in classifica.
San Siro chiude il cerchio, con Elmas che come un lampo gela le tribune dopo soli 5 minuti.
La classifica recita rilanci, perché questo campionato continua ad essere troppo imprevedibile, e ci rende incapaci di fare qualsiasi pronostico finale.
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