Per le emozioni una sosta, in un turno pieno zeppo di pareggi, mentre la capolista rimane saldamente al comando.
Ancora Hellas, nonostante il lampo iniziale di Orsolini, così bravi a reagire, tanto da regalare altri 3 punti a Igor Tudor.
Nuovo allenatore, tanta pazienza, e il Grifone rimane in vita grazie ad un pareggio a Marassi.
Lavorare, dare il giusto tempo aspettando il mercato, perché d’altronde la salvezza è un obiettivo da non fallire.
Il calcio non ha certezze assolute, perché nonostante tante assenze, gli ospiti dimostrano di avere più voglia dei campioni in carica.
Barella però suona la sveglia, una polemica di troppo per una sbracciata, però alla fine è la firma del “Cigno di Utrecht” a mandare in estasi il popolo nerazzurro.
Tanto cuore e tanta sofferenza, una Dea colpita dal nemico invisibile e costretta a rinunciare a uomini fondamentali.
Resistere è la parola pronunciata silenziosamente dagli uomini di Gasp, autentici eroi usciti indenni, da un Olimpico caldo che lascia rammarico a Maurizio Sarri.
Succede di tutto nel “lunch match”, con la danza di Joao Pedro iniziale, ipnotizzato dalla saracinesca viola dagli 11 metri.
Molti dubbi sul “penalty”, perché Odriozola lamenta una spinta, sanzionata con un rosso che non spaventa però la viola.
Sottil ristabilisce gli equilibri, un punto prezioso per continuare a sognare, senza dimenticare per un attimo, la situazione del suo bomber che non piace ai tifosi.
In silenzio lavorando sodo, Motta autentico maestro di un calcio efficace, distribuendo lo spartito, al musicista Verde che diventa Re del derby ligure.
Tanto cuore, tanto Toro che non basta, perché tra Torino e Sassuolo regna un ennesimo equilibrio, con le reti di Sanabria e Raspadori che non rendono felice nessuno.
Derby campano con qualche dubbio, poiché non bastano il cuore dei granata e le parole di Sabatini nel pre gara.
Subito in vantaggio gli azzurri, raggiunti però da una reazione granata, in gol nella stessa porta di un vecchio eroe granata di nome “Lanzaro”.
Poker al “Maradona” come al “Castellani”, dove la Roma di Mourinho parte forte e fa capire le proprie intenzioni.
Abraham è una doppietta che dà certezze, Oliveira una riconferma che fa ben sperare, con una firma finale di Zaniolo come punto esclamativo.
Dopo soli 37 minuti è già chiusa la gara, perché non serviranno a nulla le reazioni empolesi, costretti a ritrovare la loro magia.
Tanto ritmo, una grande intensità che annulla entrambe le squadre, in un San Siro vuoto che attende finalmente, la grande bolgia che merita.
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