Passi falsi e occasioni perse, perché il rammarico si somma alle giornate precedenti.
Poca lucidità nelle occasioni che contano, schiavi di una pressione troppo alta, esercitata da chi dimostra di avere una mentalità vincente.
Allora la giornata comincia con un pareggio a reti bianche, tra Empoli e Spezia dove regna l’equilibrio totale.
Nel pomeriggio trionfano i nerazzurri di Simone Inzaghi, e sembra quasi che la vittoria a Torino abbia scacciato la pressione.
Barella e Dzeko stendono facilmente l’Hellas Verona di Tudor, continuando il cammino verso la seconda stella.
Tra le maglie bianconere in un’isola italiana, Joao Pedro illude e spalanca le porte ai bianconeri.
Prima del riposo, la testa di De Ligt sfrutta un assist fantastico di Cuadrado.
Assedio bianconero verso le maglie rossoblù, premiato da una giocata fantastica di Paulo Dybala.
Un pallone baciato dalla classe, per Dusan Vlahovic che rompe il digiuno.
Nel tempio del Grifone, Marusic apre le danze e consente l’ingresso del Re biancoceleste.
Uno, due, tre… non è “Bagno a mezzanotte” di Elodie, ma i gol di Immobile che torna a casa con il pallone.
In laguna cominciano a spegnersi troppe speranze, nonostante il pareggio nei minuti finali.
Becao veste i panni del giustiziere, di un Venezia troppo smarrito, avvolto da qualche spettro in più proveniente dalla B.
Punizione severa per la Dea, nell’arena nero verde dove scende in campo un piccolo talento.
Si chiama Traorè, colui che con una doppietta regala tre punti d’oro, ad un Sassuolo che allontana l’Atalanta dal quarto posto.
Il “Maradona” con altre aspettative, alla vigilia di una sfida che ricorda vecchie paure.
Ritornano ancora, quei timori di uno scudetto sfumato clamorosamente, perché con un tris la viola espugna il tempio che fu di Diego Armando.
Testa alta è ciò che pretende Spalletti, con l’intento di ruggire subito, nel Derby del Sud con la Roma di Mou.
Radovanovic illude, mentre il risultato spaventa per quasi tutta la gara l’Olimpico.
In pochi minuti si alza l’onda giallorossa, due volte più grande di quella granata.
Troppo rammarico, tanta frustrazione, con l’obbligo di non mollare fino alla fine.
La pressione gioca un ennesimo brutto scherzo, perché è il Torino a fermare nuovamente il Milan di Pioli.
Mi piace pensare che la magia del calcio risieda, nella doppietta di Arnautovic, come una dedica ad un leone che manca tanto sulla panchina del Bologna.
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