Genova è città di mare, un porto da cui si parte e dove si arriva. Lo scorso febbraio, proprio dopo il pari di Marassi col Genoa, terminava l’avventura sulla tolda della barca granata di Stefano Colantuono.
Circa due mesi dopo, proprio a Genova, ancora al “Luigi Ferraris”, la Salernitana si presentava col suo nuovo timoniere che cercava ancora la virata giusta per immettere la barca granata sulla retta finale con rinnovate speranze di poter arrivare al traguardo in una posizione migliore rispetto a quella da cui era partita.
Davide Nicola ha trovato la sua prima vittoria da tecnico della Salernitana in uno stadio che conosce bene, perché da calciatore e da allenatore ha difeso i colori del Genoa rispettando sempre, ricambiato in questo, l’altra metà del cielo della città di Fabrizio De André.
La Samp è stata colpita ed affondata inizialmente dalla Salernitana che ha approcciato molto meglio la partita, mettendoci subito grinta e senso pratica, ma anche idee. Nicola sapeva che avrebbe affrontato una squadra schierata con tre centrocampisti ed un trequartista, per natura, dunque, sguarnita sulle corsie laterali ed ha impostato il match con un piano molto ben preciso: cercare sempre il cambio di fronte per costringere le mezze ali doriane a scalate faticose sugli esterni. Giampaolo non ha rinunciato al suo modulo, pur avendo visto che la squadra da lui allenata aveva faticato ad interpretarlo.
Ha snaturato Candreva e Sensi, ha chiesto a Rincon di fare ciò che non può fare, ossia il regista, ed ha consegnato inizialmente il controllo del centrocampo ad Ederson e soci. Il brasiliano ha messo in mostra tutte le sue qualità in un primo tempo sontuoso, impreziosito dalla cavalcata verso la porta avversaria sulla sponda di Djuric per il suo primo gol italiano.
La sua valutazione cresce e, dopo le voci circa un interessamento del Psg, si registrano anche sussurri di mercato da Roma. Mourinho ne sarebbe rimasto impressionato. Si vedrà. Il primo gol era stato a firma di Fazio, uno dei rinforzi del mercato di gennaio per il quale il diesse Walter Sabatini aveva ricevuto più critiche. L’argentino ha risposto sul campo, Sabatini si è tolto qualche sassolino dalla scarpa nel post partita. I giudizi sono sempre condizionati dai risultati, ma ieri l’ex Roma è stato sicuramente tra i migliori e la sua esperienza tornerà utilissima anche nelle prossime partite.
Con Lassana Coulibaly e Bohinen, oltre ad Ederson, la mediana granata ha trovato una sua quadratura. Un regista capace di fare da schermo e di rilanciare l’azione, due mezze ali in grado di recuperare palla e di buttarsi dentro a turno sfruttando il movimento delle punte e gli interscambi con gli esterni. Il 3-5-2 di castoriana memoria sembra essere l’abito tattico, almeno in questa fase del campionato, più congeniale alla Salernitana che ha ridotto i rischi in difesa, anche se ancora subisce gol, e copre meglio il campo.
Con tre centrocampisti puri e due esterni capaci di fare le due fasi, la squadra è più compatta e recupera meglio le posizioni quando perde palla. Inoltre, la maggiore densità e la crescita fisica complessiva, consentono ai granata di vincere più duelli individuali e, quando gli stessi non vengono vinti, si ricorre al fallo tattico che serve a spezzare il gioco. Ora non è il momento di badare all’estetica: lo stesso Nicola ha detto che bisogna essere realisti pur essendo dei sognatori e ciò significa che la salvezza passa dal conseguimento di una serie di risultati utili. Ora conta saper stare in campo dal punto di vista tattico ed agonistico e solo se queste due condizioni vengono soddisfatte si può esprimere la qualità individuale. Ederson è l’esempio più fulgido. Il brasiliano ha limitato il ricorso a giocate un po’ leziose ed ha aumentato la sua incisività proprio quando ha cominciato ad essere più europeo nell’interpretazione del ruolo.
La scintilla che invocava Davide Nicola c’è stata, ora va alimentata con una prestazione di spessore ad Udine contro una squadra in grande salute che non bisogna pensare sia già sazia. Meglio prepararsi mentalmente ad una gara spigolosa, dura, intensa. Ci saranno delle novità forzate in formazione. Vedremo se altre ce ne saranno per mere scelte tecniche. L’importante è che la Salernitana si sia sbloccata e si sia iscritta in tutto e per tutto alla lotta salvezza. Da cui, da ieri, è pienamente invischiata anche la Sampdoria.
Con mille incroci previsti dal calendario da qui alla fine, tutto è davvero possibile. Occorrerà dare ancora più gas al motore per lo sprint finale in cui bisognerà fare i conti anche con il caldo.
A Genova la Salernitana di Nicola ha finalmente effettuato la virata da tempo attesa. Ora deve spiegare le vele e prendere “buon vento” per gonfiarle al massimo e scalare posizioni in classifica.
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