Il calendario asimmetrico introdotto da questa stagione in massima serie non sempre aiuta a ricordare. Quando la Salernitana incontrò la Fiorentina al Franchi, era in piena crisi di risultati ed in preda alla massima incertezza su cosa le avrebbe riservato il futuro. Tanti tifosi al seguito, in casa come in trasferta, risultati quasi sempre negativi ed una assoluta assenza di un riferimento societario forte e credibile che potesse dare rassicurazioni su cosa sarebbe accaduto allo spirare del famigerato trust.
C’era una condanna sul capo della Salernitana, scritta da chi aveva redatto quell’atto e da chi lo aveva avallato, e la partecipazione marginale della squadra granata al campionato pareva andasse bene a tutti coloro i quali da lontano guardavano alla situazione che si era creata dopo il grande equivoco della multiproprietà.
Solo i tifosi, la piazza, la coscienza critica che aveva guardato con sospetto a quell’espediente estivo, s’erano mossi per far sì che lo scempio estivo non arrivasse alle estreme conseguenze dopo Natale.
La passione di Salerno ed il suo orgoglio, ma anche la sua composta sofferenza, avevano meritato l’attenzione della stampa nazionale e, come ha poi raccontato più volte, avevano messo la pulce nell’orecchio a Danilo Iervolino, che il 31 dicembre ha rilevato il club evitando che la situazione precipitasse.
Quattro mesi e mezzo sono passati dalla sconfitta netta dei granata a Firenze ed oggi si ritroveranno difronte due squadre che sono cambiate tanto rispetto al precedente incrocio. La Fiorentina è più consapevole della sua forza al punto che quasi non ha patito la partenza a gennaio del capocannoniere Vlahovic. La Salernitana ha finalmente una forte struttura societaria ed una rosa che è più vasta e completa. E se per la Salernitana il sostegno della sua gente è stata la vera costante di una stagione così particolare, è pur vero che ora alla passione ed al calore si è aggiunta una componente in più che potrebbe essere decisiva: ora ciò che prima era una chimera è diventato quanto meno un sogno un po’ meno impossibile, da provare a centrare tutti insieme, squadra e tifosi, con umiltà ed emozione.
Non deve esserci ansia o paura di fallire nell’approccio a questa partita come alle prossime, ma la consapevolezza che la Salernitana sia arrivata a giocarsela più o meno alla pari con le altre dopo essere partita dai box, a dir poco.
In pista con la stessa dignità e con gli stessi mezzi degli avversari: ora è così che si sente la città che ne ha viste tante per potersi rabbuiare al pensiero di non farcela. In pochi mesi la Salernitana ed i suoi tifosi hanno ritrovato il gusto di emozionarsi e di sognare.
Il calcio è proprio questo, in fondo. Oltre il risultato, resta ciò che si è provato durante il percorso. Ed il patrimonio di amore, passione ed emozioni che Salerno ha accumulato in questo incredibile campionato ha un valore inestimabile.
Se poi oggi dovesse arrivare la vittoria, allora sì che si potrebbe sognare anche ad occhi aperti!
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