Quasi al traguardo di uno strepitoso viaggio, pieno di emozioni di ogni genere nel bene e nel male.
In fondo è il gioco del calcio a partorire svariati momenti, da vivere allo stadio o da casa.
La passione che ha spinto a percorrere finalmente i chilometri, oltre una pandemia che ci ha costretti a stare troppo lontano.
Verso Empoli un’onda granata di pura passione, pronta a sostenere con la voce i propri beniamini.
Il gol a freddo di Cutrone non demoralizza i ragazzi di Nicola, capaci di rimanere uniti per lottare.
Cambi che portano freschezza, e anche un po’ di magia, proprio quella che prova a ipnotizzare Vicario.
L’estremo difensore però è in una giornata stratosferica, capace di chiudere la saracinesca tante volte, rendendo in salita la strada di Nicola.
Bonazzoli mostra il cuore e dà speranza, fino al pallone che pesa come un macigno.
Perotti non riesce a regalare la certezza, immerso in un mare di rimpianti che sconvolge totalmente i tifosi.
Nervi ben saldi e un’ultima finale da disputare, potendo contare sul sostegno di chi ama per davvero.
Ritmo spezzino al Friuli dal sapore di salvezza, conquistata con merito e con una giornata d’anticipo.
Squillo granata al “Bentegodi”, con una magia targata Brekalo in grado di consegnare la vittoria.
Nonostante la matematica, il Venezia mostra serietà onorando il campionato, senza però riuscire a conquistare la vittoria.
Shomurodov pareggia i conti, rendendo meno amara la serata dell’Olimpico di Roma.
La giostra Sassuolo conquista il derby, con le reti targate: Scamacca, Berardi, Scamacca.
Giornata di saluti al “Maradona”, con un simbolo che dalle parti di Napoli non dimenticheranno mai, nonostante i pareri discordanti riguardo la scelta.
Il tris condanna il Genoa alla Serie B, dopo ben 15 anni di Serie A.
San Siro bolle e spinge, innescando la magia di Leao che fa impazzire il popolo rossonero.
Festa conclusa con una cavalcata che ricorda Weah, con la firma di Theo Hernandez che precede un boato gigantesco.
L’Inter osa ed esce dal campo mostrando il cuore, con un altro tris che rimanda il verdetto all’ultima giornata.
Poker doriano inflitto alla viola, in un “Marassi” che festeggia in grande stile la salvezza.
Chiudono il cerchio in un’atmosfera magica, due simboli come Chiellini e Dybala, , con una standing ovation di pura gratitudine.
Vlahovic e Morata sembrano imporre il rito, ma la Lazio dell’ex Sarri reagisce e agguanta l’Europa League.
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