Il soffio di “Sua Maestà” su un nuovo numero, in una data che riporta indietro di oltre un secolo.
Maglie con colori diversi, indossate da chi ebbe il coraggio di suonare la prima nota, per regalare un sentimento d’amore ai posteri.
Oltre i conflitti mondiali, fissando il mare in attesa del rientro di pescatori stremati, soffermando lo sguardo sulla riva.
Una luce di un colore mai visto, con movenze che ricordavano proprio una creatura del mare.
Un dono di Poseidone come messaggio di svolta, lanciato sulle maglie colorandole in modo diverso.
L’amore pulsava sotto le casacche tinte di granata, attraverso le alte e le basse categorie, con un vento speciale in grado di soffiare sugli spalti.
Pagine scritte e assai dolorose, tenendo saldo il ricordo di chi vive in una stanza del cuore, pensando a Plaitano, Ciro, Giuseppe, Vincenzo e Simone.
Un urlo all’unisono, intenti a cantare il verbo del Siberiano, ricordando il Vestuti sugli spalti dell’Arechi.
Le fasce sulle braccia di uomini veri, spinti da una passione conosciuta pian piano su tutta la penisola, superando i confini con grande orgoglio.
Salerno è da sempre una pentola che innalza le temperature del pallone, oltre ogni giocata con una grande responsabilità, con lo sguardo rivolto a quella curva colorata di granata.
Simboli di varie forme, trasformando le lacrime di dolore in gioia grande, scrivendo costantemente una nuova pagina di storia.
Esserci quando la pioggia impregna i vestiti in una grande trasferta, e quando il Sole riflette nel mare di un Golfo di cui si è tanto fieri.
Miracoli grazie a grandi uomini, giunti nel camerino granata per indossare una veste sacra, nel segno di un rispetto per una storia ultracentenaria.
Pasticceri allora riuniti per un dono speciale, al centro del campo a cantare una sola ed unica canzone:
“Tanti auguri Bersagliera”